Misure troppo risicate e soprattutto in ritardo, per gli alberghi, quelle contenute nel Decreto Rilancio. Interventi che, secondo Confindustria Alberghi sarebbero state efficaci nelle prime fasi della crisi oggi e che invece oggi appaiono nel complesso appannate e insufficienti.
Maria Carmela Colaiacovo
«Quello di oggi è un passo avanti, ma purtroppo siamo alla rincorsa di una crisi che va molto più veloce dei tempi di reazione della politica – spiega l’associazione in una nota – Affrontiamo ora il problema degli affitti di marzo, quando è chiaro ormai che le difficoltà perdureranno per l’intero 2020 e almeno parte del 2021».
Da qui la richiesta di una maggiore visibilità per il settore dell’accoglienza. «Se vogliamo mettere in sicurezza le aziende e rendere possibile l’avvio sia pure a ranghi ridotti, della stagione turistica, è necessario dare alle imprese “visibilità” per i prossimi mesi – prosegue la nota – Serve un rapido cambio di passo per tenere il tempo dell’economia e dei mercati altrimenti rischiamo di rendere inefficaci le misure fin qui adottate».
«È sotto gli occhi di tutti che il turismo e l’industria alberghiera sono i settori più colpiti, con oltre il 96% del personale in cassa integrazione. E sappiamo anche che i tempi per attivare un recupero almeno parziale con la stagione estiva sono strettissimi, occorre un intervento immediato e dedicato al settore che sciolga i nodi e ci permetta di riaprire».
Sulla questione è intervenuta
Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, che ha detto: «Bene le dichiarazioni di ieri dei Ministri Patuanelli e Franceschini sul Recovery Found, ma aldilà dei dubbi che poi si arrivi a sciogliere il nodo europeo, i tempi sarebbero comunque troppo lunghi. Al Governo chiediamo in questa fase un intervento forte mirato dedicato al settore».