Marriott International ha annunciato in questi giorni un’iniziativa per ridurre drasticamente, entro dicembre, l’uso di plastica nei suoi hotel, rimpiazzando le piccole toiletries con dispenser più grandi. Il gesto probabilmente farà un po’ storcere il naso a quegli ospiti amanti dei “souvenir alberghieri”, ma si prevede che produrrà un risparmio di circa 500 milioni di bottigliette per oltre 700 tonnellate di plastica.
Anche le catene alberghiere si stanno muovendo per eliminare la plastica monouso
Molti grandi operatori dell’hotellerie, come IHG, Hilton, Hyatt, Accor e Four Seasons,
hanno già iniziato ad eliminare i prodotti usa e getta in plastica, partendo dalle cannucce, sostituite con prodotti biodegradabili, per proseguire con le bottigliette d’acqua. Anche alcune compagnie aeree si sono attivate in tal senso (vedi American Airlines e Ryanair), seppure si portino dietro il non risolvibile inquinamento da carburanti - ma questa è un’altra storia.
In molti Stati sono state approvate normative che bandiscono la plastica monouso entro i prossimi due/quattro anni;
l’Unione europea ha raggiunto un accordo che prevede, a partire dal 2021, di vietare o comunque sottoporre a forti restrizioni prodotti di plastica monouso quali ad esempio bastoncini cotonati, posate, piatti, bicchieri, packaging, cannucce e mescolatori per bevande, che rappresentano da soli il 70% dei rifiuti in mare.
Ad altri livelli, la
raccolta “attiva” per il riciclo della plastica è presente nelle nostre città sotto forma di macchinette che erogano bonus sull’acquisto di servizi o anche beni.
Si procede per gradi, e forse ancora troppo lentamente, ma dopo le politiche sull’energia (risparmio e promozione di energie rinnovabili), la lotta agli sprechi d’acqua e la necessità del paperless, ora è finalmente divenuto imperativo anche il
plastic-free.
Ci siamo finalmente attivati per scelte più consapevoli e sostenibili. La sostenibilità, per definizione, è “la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. Abbiamo imparato, ed è sotto i nostri occhi ogni giorno, che per troppo tempo non ci siamo curati di ciò che le nostre azioni avrebbero provocato in seguito. Il cambiamento climatico ne è un risultato enorme; basti pensare all’estate appena trascorsa, con le temperature più alte segnate chi dice da 10, chi da 25 e chi da più di 100 anni.
Si è svolta recentemente svolta la Global #WeekForFuture, la settimana di manifestazioni che in tutto il mondo ha visto milioni di persone, soprattutto giovani, chiedere azioni concrete per il futuro del pianeta.
Il nostro impegno come operatori, a tutti i livelli, è per un business sempre più responsabile; il termine dei vari obiettivi che dobbiamo porci è per alcuni di essi breve, per altri più lungo; certamente, laddove si possa procedere con l’applicazione di linee guida dettate su grande scala da un gruppo (per chi ne fa parte) o dalla “casa madre”, il compito può risultare molto più semplice: tuttavia non è materia che possiamo più ignorare, è una responsabilità di noi tutti, globalmente e individualmente, commercialmente e privatamente, ogni singolo e piccolo gesto conta.
La mentalità dei nostri stakeholders, ospiti e clienti, investitori e fornitori, va ormai sempre più evolvendosi verso una maggiore consapevolezza e sensibilità nei confronti dei temi di rispetto ambientale. Gli sforzi in questa direzione (organizzativi, pratici, finanziari ecc.) ci porteranno sicuri risultati.
Anche noi direttori d’albergo abbiamo una grossa responsabilità in tal senso, gestendo quotidianamente molteplici attività che in qualche modo sono legate all’uso e consumo di plastica e alla gestione dei consumi. Il nostro impegno è determinante e per quanto ci compete faremo la nostra parte.