Da una parte le rassicurazioni del Governo; dall’altra una realtà che sembra lontana da ciò che l’Esecutivo dichiara. Nel mezzo ci sono le piccole imprese italiane, già soffocate dall’emergenza che ha chiuso i rubinetti dei fatturati. Parliamo, in particolare, dei prestiti che aziende e autonomi hanno chiesto per fare fronte alla crisi e che devono essere erogati dalle banche. E che finora non arrivano! Soprattutto nell province più colpite dalla pandmeia, come Bergamo e Brescia.
Strada in salita per i prestiti delle banche
Secondo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, coloro che hanno fatto richiesta di un finanziamento fino a 25mila euro con garanzia pubblica (e dichiarato di avere avuto un calo del fatturato almeno del 30%) avranno i soldi sul conto già lunedì o martedì prossimi. Da giovedì le banche possono infatti caricare sul sito del Fondo di garanzia le richieste dei finanziamenti garantiti al 100% previsti dal
decreto Liquidità. Resta però una grande incognita, quella delle risorse, perché gli 1,7 miliardi stanziati finora per le garanzie possono coprire, come ha evidenziato
Il Sole 24 Ore, non più di 340-350mila domande. E questo è un nodo che il Governo dovrà risolvere al più presto.
Così come si ci augura che avvenga per le aziende che chiedono prestiti per oltre 25mila euro. In questo caso, infatti, le banche avviano lunghe istruttorie che potrebbero richiedere settimane, se non addirittura mesi, per arrivare a una conclusione. Esattamente ciò di cui le imprese non hanno bisogno, se vogliono in qualche modo provare a ripartire o almeno a onorare le spese indifferibili. Tutto ciò, contando che gran parte del personale delle filiali di banca è assente o lavora da casa e che in alcuni casi, come ci è già stato più volte segnalato, le risposte dagli istituti di credito neanche arrivano. E questo accade purtroppo specialmente nelle province di Bergamo e Brescia, che più di altre sono state colpite dall’emergenza. A questo proposito invitiamo chi avesse problemi, a segnalarcelo, indicando anche il nome della banca e la sua località di residenza.
Carla Ruocco
A lamentarsi di quel che accade nel sistema bancario è stata nelle scorse ore la deputata 5 Stelle
Carla Ruocco, presidente della Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che sta raccogliendo le segnalazioni di imprese e cittadini. «Stiamo, ahimè, riscontrando che ci sono molti atteggiamenti poco corretti da parte delle banche - scrive in una nota - Le segnalazioni che riceviamo sono tante: riguardano in primo luogo la difficoltà di accesso al finanziamento da parte di aziende sane che magari in un momento di difficoltà non hanno pagato i fornitori. Che gli si blocchi il credito ora è assurdo».
«Si fermino subito le segnalazioni delle aziende al Crif (la centrale rischi) – prosegue – e le rate dei mutui che sono state erroneamente prelevate sui conti correnti vengano riaccreditate al più presto. Non è pensabil che essere iscritti sul registro della Centrale rischi impedisca l’accesso al credito. Le banche devono capire che esiste un ‘prima Coronavirus’ e un ‘dopo Coronavirus’. Il Crif fa parte di quello che è successo prima, i problemi sono arrivati per tutti e non è pensabile e neanche plausibile che il governo indirizzi un finanziamento ad un’azienda in difficoltà e la banca lo blocchi. Non oso immaginare cosa vorrebbe dire applicare questo diniego, ad esempio, a settori come quello del turismo che in questo momento è completamente fermo. Migliaia e migliaia di lavoratori bloccati».