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Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno

 
31 luglio 2018 | 12:45

Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno

31 luglio 2018 | 12:45
 

Il decreto dignità non è ancora stato approvato e già fa discutere. A farsi sentire è anche Roberto Amaddeo, presidente di Fiepet Confesercenti Bergamo che parla di 5mila posti di lavoro in me-no in provincia. Lecito pensare al peggio su scala nazionale se in una piccola provincia la situazione è questa.

«Introdurre la causale per i contratti a termine -  ha detto Roberto Amaddeo - avrà l'unico effetto di far sparire posti di lavoro. In Bergamasca, nel settore del turismo e dei pubblici esercizi, rischiamo di ritrovarci con 5mila posti in meno. E questo nonostante la netta crescita dell’ultimo periodo».

(Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno)

«La ripresa si comincia a vedere, ma è ancora fragile - sottolinea Amaddeo - proprio per questo si dovrebbe evitare di mettere ostacoli sulla strada del consolidamento e dello sviluppo delle imprese. Dannosa anche la riduzione del periodo a tempo determinato da tre a due anni. Semmai bisognerebbe agire sugli incentivi all’assunzione definitiva, premiando fiscalmente le aziende che stabilizzano il dipendente. Sbagliato anche distinguere tra ristoranti e alberghi, perché si tratta di attività omogenee, che molto spesso coesistono nella stessa struttura. Gli imprenditori si vedrebbero costretti ad adottare forme contrattuali diverse: una complicazione che avrebbe del paradossale, molto discutibile anche sotto il profilo giuslavoristico».

Roberto Amaddeo (Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno)
Roberto Amaddeo

«I contratti a tempo determinato - ha chiuso - sono indispensabili in particolare per le attività del turismo, settore ad elevata stagionalità, anche in provincia di Bergamo. La contrattazione privata ha da sempre trovato regole condivise tra imprese e lavoratori e nelle attività stagionali la riconferma delle assunzioni è una prassi consolidata, che ora rischia di venire meno».

Nel suo intervento alla Camera, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha detto: «È un decreto Dignità 2.0, migliorato rispetto a quello approvato dal Cdm qualche settimana fa». Poi ha aggiunto: «Non c’è stato nessuno spiraglio per gli interessi delle lobby ma porte aperte agli interessi dei cittadini, ringrazio i parlamentari per aver tenuto duro e tenuto fede a contratto di governo. Non c’è interesse di partito, non c’è un favore a nessun prenditore, a nessun banchiere, a nessun amico, a nessun parente, commi nascosti che celano qualche vergogna e non è nato da pressioni di Bce, Fmi, Ue o Paesi stranieri».

Luigi Di Maio (Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno)
Luigi Di Maio

Poi ha chiosato: «Per il governo da oggi i diritti di chi lavora non si toccano più. Anzi, aumentano. Non intendo solo i dipendenti, mi riferisco in generale a chi si spacca la schiena ogni giorno per portare a casa il pane, tra questi anche quel 90% di piccoli e medi imprenditori che per troppo tempo lo Stato ha trattato come cittadini di serie b. Eliminare il precariato anziché i diritti, gioverà anche agli imprenditori».

Ma le altre forze politiche non hanno gradito. Forza Italia, attraverso le parole del vicepresidente Antonio Tajani ha detto che si tratta di un decreto «destinato solo a creare danni» e che «mettere in difficoltà gli imprenditori significa creare un danno irreparabile a questo Paese. La nostra posizione è quindi di ferma contrarietà». E poi: «Abbiamo parzialmente vinto la battaglia sui voucher, ma non siamo soddisfatti, anche se il principio almeno siamo riusciti a farlo passare. Siamo ben oltre gli 80mila posti di lavoro persi, anche 120130mila posti in meno».

Antonio Tajani (Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno)
Antonio Tajani

Ancora più amaro il commento di Renato Brunetta. «Il decreto Dignità, che voglio chiamare decreto Di Maio perché la parola dignità è una parola troppo nobile, è un decreto imbroglio, un imbroglio regressivo, passatista, veterocomunista, veterosindacalista, più proprio della cultura antiimpresa degli anni '70. Siamo regrediti a quel dibattito, a quei disvalori postsessantottini».

Renato Brunetta (Dl dignità, occupazioni a rischio L'esempio di Bergamo: 5mila in meno)
Renato Brunetta

Il verdetto sulle votazioni dovrebbe arrivare nella giornata di giovedì 2 agosto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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