Siete mai entrati in un bar nel cuore degli Stati Uniti d'America? Se sì, non avrete potuto fare a meno di notare quante volte anche un semplice caffè fosse pagato con l'utilizzo di bancomat o carte di credito. Una tendenza che negli ultimi anni si è espansa in tutta Europa, ma che in Italia ancora fatica ad affermarsi. Eppure, a partire dalla fine da settembre, potrebbe non essere più così estranea neppure agli abitanti del Belpaese.
Proprio il 30 del mese che segna la fine dell'estate, il Governo vorrebbe varare il decreto che imporrà a negozianti e professionisti di dotarsi del Pos, il supporto per la lettura di carte di credito e bancomat. Una traccia la si trova già nell'ultima Legge di stabilità, con obbligo di accettazione per importi uguali o superiori a cinque euro. Già Monti, da premier, aveva varato la legge sui bancomat, che da settembre sarebbe estesa alle carte di credito.
Ora la questione vuole farsi più seria: per chi ne rifiutasse l'utilizzo, una multa di 30 euro; per chi invece lo accettasse, un piccolo sgravio fiscale. Un passo importante, comunque lontano dalle abitudini europee: si pensi alla Svezia, dove anche le offerte in Chiesa vengono fatte strisciando la propria carta. Noi italiani, invece, 4 volte su 5, paghiamo in contanti, favorendo spesso l'evasione fiscale, che nel Belpaese ammonta al 21% del Prodotto interno lordo, più del doppio del Regno Unito.
Il ragionamento però comprende anche i costi bancari, ad oggi pari al 2% della transazione, tra i più alti d'Europa: l'obbietivo, non facile, sarà convincere gli istituti di credito a ridurli. «Sarebbe un incentivo più efficace di qualsiasi sanzione», così Carlo Sangalli di Confcommercio. Qualche categoria rimarrebbe comunque esclusa da questa legge, ad esempio gli avvocati.