La parola igiene ha origine da Hygieia, la dea greca della salute. Nel culto di antichi Greci e Romani, Igea è associata strettamente al padre Asclepio. Igea viene invocata per prevenire le malattie, Asclepio per curarle. Il dizionario definisce così l’igiene: «Quell’ambito di conoscenza o pratica che si riferisce al mantenimento della salute; un sistema di principi o regole per preservare o promuovere la salute; quelle azioni e pratiche che riducono la diffusione o la trasmissione di microrganismi patogeni e quindi riducono l’incidenza della malattia».
Nei giorni di emergenza è fondamentale seguire le raccomandazioni preventive, che sono anche comportamenti di responsabilità civile e sociale
Gli Osa (Operatori del settore alimentare) devono conoscere bene questo termine con il quale quotidianamente si rapportano. Frequentano infatti corsi di formazione e aggiornamento, obbligatori per mettere in atto il sistema di prevenzione e controllo dei rischi predisposto per combattere la diffusione di malattie causate dal consumo di alimenti.
Nella mia esperienza professionale di tecnologo alimentare constato come sia fondamentale che le
buone pratiche igieniche e le buone pratiche di produzione siano recepite, messe in atto e divulgate per ottenere il prerequisito della salubrità degli alimenti distribuiti e somministrati. Confido che non sia difficile per un Osa comprendere, attuare e anche comunicare i
comportamenti di responsabilità sociale, ovvero le
raccomandazioni di prevenzione necessarie per contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 (meglio noto come coronavirus), sebbene il virus non si trametta per via alimentare. Normalmente infatti le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto tra alimenti crudi e cotti.
È bene comunque ribadire quali sono le misure igienico-sanitarie da adottare:
- lavarsi spesso le mani con acqua calda e sapone: si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
- evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
- evitare abbracci e strette di mano;
- mantenere, nei contatti sociali, una distanza interpersonale di almeno un metro;
- igiene respiratoria, starnutendo e tossendo in un fazzoletto ed evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie, con successivo lavaggio delle mani;
- evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
- non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
- coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
- non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
- pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
- usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.
Affinché la trasmissione virale da uomo a uomo avvenga in un ambiente, il virus deve essere in grado di sopravvivere per un certo periodo di tempo prima di essere trasferito ad un’altra persona o superficie.
È importante mettere a disposizione in tutti i locali pubblici soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani
L’Horeca è sicuramente uno dei settori economicamente più colpiti dall’epidemia. Giustamente sono stati limitati movimenti e assembramenti di persone, poiché l’isolamento è una delle misure più efficaci per limitare la diffusione del contagio. Ma anche a fronte di una crisi così profonda il settore italiano dell’alimentare riemergerà più forte che mai, avendo sperimentato nei giorni di emergenza l’importanza di predisporre tutti insieme le necessarie raccomandazioni preventive che sono anche comportamenti di responsabilità civile e sociale.
Per informazioni:
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