«Non sono le ordinanze la soluzione contro la mala movida. Serve piuttosto un corpus di regole strutturali per arginare il proliferare incontrollato di un microcosmo di minimarket, take away e tutti quei piccoli esercizi commerciali che operano con personale ridotto al minimo e in spazi limitati favorendo la concentrazione della clientela e il relativo consumo all'esterno».

Con queste parole Fabio Spada, presidente di Fipe Roma, ha commentato l'ordinanza emanata qualche giorno fa dalla sindaca di Roma Virginia Raggi contro la vendita di bevande alcoliche e il loro consumo in ogni angolo della città. Un’ordinanza che si innesta sui dati della Fipe Roma che segnalano nel solo centro storico della capitale 1.573 ristoranti, 900 bar, 110 gelaterie, a cui si uniscono 343 take away.
«L'eccesso di offerta, insieme all'aumento di locali di ridotte dimensioni e senza servizio e la possibilità per chiunque, anche in forme abusive, di vendere bevande alcoliche – ha sottolineato Spada - sono le cause principali alla base del fenomeno della mala movida. Per questo è ormai fondamentale intervenire su questi aspetti, bloccando in primo luogo le nuove aperture, a cominciare da take away, minimarket e chioschi».
In particolare, la Federazione chiede alle istituzioni un impegno strutturato per incrementare il decoro urbano e la sicurezza, il consumo di alcol soprattutto all'interno dei pubblici esercizi. «Dentro questo percorso - ha spiegato Spada - trovano anche legittimità le ordinanze come quella emanata dalla sindaca Raggi che ha come primo obiettivo il contrasto della vendita di bevande alcoliche e il consumo in ogni angolo di strada della città, nel centro storico così come in periferia. Occorre riportare le persone a consumare all'interno dei locali, che hanno regole chiare e responsabilità precise per vendere e somministrare bevande alcoliche. Come Fipe Roma siamo favorevoli al blocco della vendita per asporto alle ore 22 e anche all'utilizzo della plastica sempre dalle 22, ma sulle basi enunciate diventa difficilmente comprensibile il motivo per il quale anche il blocco di somministrare bevande alcoliche all'interno dei locali venga anticipato di un'ora, dalle 3 alle 2. Non si può impedire alla gente di stare in un locale e consumare nel rispetto dei limiti di consumo previsti dal codice della strada».