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Imola e l'Italia salutano Gianluigi Morini, già patron del mitico San Domenico

Eleganza, classe e signorilità hanno caratterizzato fin dall'inizio il ristorante bistellato simbolo dell'alta cucina italiana da ormai più di 50 anni. Un locale nato per la passione di creare un luogo per amici.

 
09 dicembre 2020 | 20:13

Imola e l'Italia salutano Gianluigi Morini, già patron del mitico San Domenico

Eleganza, classe e signorilità hanno caratterizzato fin dall'inizio il ristorante bistellato simbolo dell'alta cucina italiana da ormai più di 50 anni. Un locale nato per la passione di creare un luogo per amici.

09 dicembre 2020 | 20:13
 

La ristorazione perde un altro dei grandi protagonisti che l’hanno valorizzata e resa vincente in tutto il mondo. A 85 anni si è spento Gianluigi Morini, il fondatore e del San Domenico di Imola, uno dei ristoranti simbolo dell’alta cucina italiana. Personaggio eclettico e con la passione del cinema e la cucina, (non a caso era amico di Ugo Tognazzi), dopo gli studi da ragione (per compiacere il padre) e varie esperienze nel mondo dell’arte, il 7 marzo del 1970apri il San Domenico (nei locali dove prima c’era la macelleria del nonno).


Imola saluta Gianluigi Morini già patron del mitico San Domenico

                                              Gianluigi Morini nella sua cantina

L’obiettivo di Morini
era un locale "su misura" per i suoi ospiti, che avesse la capacità di accoglierli facendoli sentire a casa propria. Un progetto riuscito in pieno fin dai primi tempi, perché in quello spazio sperimenta un po’ tutte le sue passioni. La sua attività teatrale da dilettante, compresa una fuga a Roma, dove ha lavorato per qualche tempo al Centro Sperimentale di cinematografia, gli permette di gestire al meglio e in forme moderne il ristorante dove travasa l’altra passione, coltivata per anni cucinando in casa per gli amici.

L’esordio era un ristorante da venti tavoli, del quale aveva curato tutti i particolari: le pareti ricoperte di tela di lino, i soffitti di tessuto decorato, con i quali ricopre i paralumi appesi su ciascun tavolo. Le tovaglie di lino pesante colore fucsia, i bicchieri di cristallo, i sottopiatti d’argento, come i candelieri, le posate e i portafiori, pieni ogni giorno di fiori freschi. In effetti, l’impressione che il San Domenico, ancora oggi, suggerisce è quella di un circolo, privato ed esclusivo.

Bergese e Marcattili: una squadra di cuochi di successo
Le scelte gastronomiche dapprima tendono a contemperare i sapori della tradizione della cucina delle grandi famiglie aristocratiche con la cura e il gusto della cucina di casa; Morini in seguito si rivolge all’esperienza di Nino Bergese, grande cuoco che vantava una carriera di prestigio nelle cucine di re e potenti italiani e stranieri. E poi entrano in gioco come aiuto chef il giovane Valentino Marcattilii. Nasce da lì un percorso virtuoso che arriva ai nostri giorni. Una “cucina intenta a riandare alle origini, nella genuinità e nella ricerca, ricca di quella inventiva fertile che contraddistingue Nino e Valentino, suo allievo prediletto. Una scelta di vini assolutamente straordinaria, che Gianluigi Morini è orgoglioso di mostrare nella sua mitica cantina, che è il suo fiore all’occhiello ed è ancora così oggi sotto la gestione di Francesco Cioria.

Imola saluta Gianluigi Morini già patron del mitico San Domenico

Un patrimonio di cultura
Anno dopo anno il San Domenico diventa un un patrimonio di cultura per Imola e per l’Italia arricchendosi di sempre nuovi successi. Non ultimo il fatto che è stellato Michelin (quasi da subito due stelle) da ormai 44 anni. Il tutto sulla base di una squadra che in cucina oltre a valentino Marcattili conta su Max Mascia e in sala vede Natale e Giacomo Marcattili. Un team che quest’anno ha festeggiato i 50 anni del locale e che oggi ricorda con affetto ed ammirazione l’ex patron Gianluigi che ha sempre considerato il San Domenico la sua creatura più preziosa.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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