Abbiamo da poco fatto un ulteriore “giro di boa” dopo un secondo anno complicato, che ci ha costretti a convivere con una inaspettata e tragica condizione, che ha messo in difficoltà noi e i nostri cari, le attività lavorative, la società stessa in cui viviamo e il nostro intero apparato sanitario del Paese. Dopo la bufera che si sperava fosse passata già sul finire della scorsa primavera con le campagne vaccinali di massa, purtroppo con lo sfociare della nuova variante epidemica siamo ancora in uno stato di emergenza, con la conseguenza che il nostro futuro resta tuttora incerto.
Questi due anni di difficoltà ci hanno fatto riscoprire però il valore delle relazioni umane, degli affetti. Ma hanno anche generato divisioni, schieramenti, opinioni diverse, dove ognuno crede di avere in mano la “verità” su questa epidemia e su come poterla gestire, ignorando che in una collettività la libertà personale finisce quando si va ad intaccare e ledere quella altrui. In base a questa semplice e assoluta “regola” di convivenza democratica, dobbiamo tutti fare un passo indietro, pensare e agire secondo coscienza, nell’ottica di proteggere e preservare, di prenderci cura di noi stessi e degli altri, e di un’Italia come bene comune ed essenza stessa del nostro essere organizzazione a vantaggio di tutta la collettività.
La Federazione italiana cuochi crede che siano le persone e il loro impegno a rendere grande un’organizzazione e trasformare i sogni in realtà e i piani in azioni concrete. Le divergenze interne possono esistere, le contrapposizioni e le opinioni diverse pure (fanno parte del valore della vita democratica), ma tutti devono avere un unico obiettivo e agire a vantaggio esclusivo della categoria e dell’unione di intenti.
Prepariamoci a costruire il nostro futuro, il “dopo-Covid”, con il sostegno di tutti, indistintamente e unitamente, producendo coscienze oneste e valorizzando ciò che di buono e di bello è stato costruito nel nostro passato. In qualità di presidente della Fic, io voglio crederci e voglio continuare a prendermi cura della Federazione, insieme a voi, per il nostro bene comune, che ognuno ha il dovere di tutelare pienamente a beneficio di tutti, anche delle future generazioni di professionisti della nostra categoria.