I cuochi italiani festeggiano oggi la loro festa. L’iniziativa è nata da un’idea del compianto segretario generale della Federazione italiana cuochi G. P. Cangi e si è diffusa e consolidata attraverso gli anni fino a diventare una vera e propria tradizione sul territorio Nazionale. La Federazione Italiana Cuochi ha ritenuto infatti doveroso dedicare una giornata ad una categoria professionale che per 365 giorni all’anno, senza limiti d’orario, svolge con spirito di sacrifico e passione un lavoro impegnativo, ma capace d’offrire ai clienti ogni giorno l’emozione di un piatto eseguito a regola d’arte. Tale impulso è stato raccolto con entusiasmo anche dalla Wacs - Società mondiale degli chef - ed oggi, in molte nazioni, si festeggia nel mese di ottobre questa ricorrenza.
La Fic celebra i cuochi
La categoria dei cuochi, sebbene in forma simbolica e senza assentarsi dal lavoro, con entusiasmo, ogni anno, attende sul calendario il 13 ottobre - anniversario della nascita del Santo Patrono dei Cuochi San Francesco Caracciolo - per celebrare la propria festa.
In questa occasione la Fic mobilita tutte le proprie Associazioni per realizzare nelle piazze italiane manifestazioni, convegni e iniziative che celebrino adeguatamente questa ricorrenza del lavoro e della buona tavola, senza mai dimenticare, la solidarietà verso i meno fortunati, quella fatta in silenzio e senza sventolarne il vessillo.Quest’anno in occasione della Festa nazionale del Cuoco, sarà presentato a Roma, nella sede della Federazione Italiana Cuochi,
“Il Cammino di San Francesco Caracciolo”, progetto ideato dall’Ordine dei Chierici Regolari Minori Caracciolini e dall’associazione Laici Caracciolini, in partnership con la Federcuochi e la Cooperativa Con la Mano del Cuore.
Il progetto prevede la costruzione di un cammino che ripercorre l’ultimo viaggio di San Francesco Caracciolo - Patrono dei Cuochi - da Loreto a Napoli, 550 km che toccheranno circa 70 comuni dislocati in ben quattro regioni d’Italia: Marche, Abruzzo, Molise, Campania. Si tratta di un
progetto corposo di turismo “lento”, che mira a valorizzare i luoghi della vita del Santo, le comunità dei borghi attraversati, i prodotti e i produttori della filiera enogastronomica, le risorse naturalistiche e culturali.
«In questo periodo segnato dalla pandemia - ha dichiarato Padre
Pierpaolo Ottone dei Chierici Regolari Minori, assistente spirituale della Federazione Italiana Cuochi - si rende indispensabile ripensare ai borghi come luoghi nuovi non solo per le vacanze ma anche per uno
stile di vita a dimensione d’uomo, al riparo dal sovraffollamento delle grandi città. Abbiamo bisogno di riscoprire il valore della relazione, dell’incontro, dell’accoglienza proprio in questo momento in cui il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine incidono profondamente sul contatto umano».
Rocco Pozzulo
Al fianco dei Padri Caracciolini e dei Laici Caracciolini, la Federazione Italiana Cuochi che da sempre ha in San Francesco Caracciolo la sua guida. E proprio dal Santo e da questo ambizioso progetto potrebbe venire un aiuto concreto alle numerose realtà imprenditoriali del settore gastronomico tanto colpite dal Covid-19.
«Come Federazione Italiana Cuochi - commenta il presidente
Rocco Pozzulo - siamo impegnati a rilanciare il turismo e le attività di ristorazione duramente colpite dall’emergenza sanitaria. L’idea del Cammino di San Francesco Caracciolo, nostro Patrono, va in questa direzione ed è per questa ragione che ci vede in prima linea come protagonisti entusiasti».