Arriva sempre, nella carriera dei grandi, un momento in cui fermarsi e dire basta, anche solo per un po’. Perché se è vero che il lavoro è una priorità della vita, ci sono altri valori capaci di andare ben oltre.
Come la famiglia, soprattutto quando questa si amplia con la nascita di un figlio che richiede impegno, presenza, dedizione. E soprattutto dopo che si è passata
una vita di sacrifici, di ore passate in cucina, di mesi (o anni) passati lontani da casa, mettendo a repentaglio relazioni personali, familiari importanti, cruciali.
Matteo Metullio
Succede ai cuochi, che fanno del loro mestiere una missione, ed è successo a
Matteo Metullio che con la nascita del suo primogenito ha detto «Basta, devo fermarmi». Troppi i sacrifici richiesti alla futura moglie e madre di suo figlio, troppo il tempo sottratto a lei e al suo erede e così ha scelto: togliersi il grembiule e abbandonare la cucina de
La Siriola che lui stesso aveva “addobbato” con
due stelle Michelin insieme alla famiglia Wieser, frutto di lavoro, passione, capacità.
«Il rapporto con la famiglia Wieser - ha spiegato Metullio - è sempre stato sereno e limpido sin dal primo giorno. Non esiste alcuna motivazione legata al mio rapporto con loro in questa scelta di andarmene. Il motivo sta nel fatto che voglio dedicarmi alla mia famiglia. Ho lasciato la mia ormai moglie vicino a Roma durante la gravidanza mentre io ero a lavorare a San Cassiano e a inizio anno ho scelto di dire basta. Né io, né lei siamo di qua e abbiamo ritenuto doveroso scegliere di crescere nostro figlio altrove».
La convinzione di Metullio è forte e anche condivisibile tanto è che non ci sono progetti futuri in vista: «Il mio unico progetto - ha detto - è quello di fare il padre».