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I Refettori di Bottura al G7 dell'agricoltura E a Bologna riceve la laurea ad honorem

Il cuoco modenese ha ricevuto il riconoscimento dall’Università di Bologna e il Ministro Martina ha annunciato che al G7 dei ministri dell’Agricoltura di ottobre sarà portata l’esperienza dei Refettori ideata da Bottura

 
07 febbraio 2017 | 09:46

I Refettori di Bottura al G7 dell'agricoltura E a Bologna riceve la laurea ad honorem

Il cuoco modenese ha ricevuto il riconoscimento dall’Università di Bologna e il Ministro Martina ha annunciato che al G7 dei ministri dell’Agricoltura di ottobre sarà portata l’esperienza dei Refettori ideata da Bottura

07 febbraio 2017 | 09:46
 

Massimo Bottura ha ricevuto dall’Università di Bologna la laurea ad honorem dopo 30 anni di onorata carriera che in questi ultimi anni è stata suggellata da alcune iniziative che hanno legato la cucina ad altri ambiti di interesse. Tra questi l’idea dei Refettori che portano i grandi chef internazionali a cucinare piatti di alta cucina recuperando il cibo in eccesso per i più poveri. E se la laurea ad honorem non è un riconoscimento gratuito, ma arriva per qualcosa di concreto e utile a tutti questa dei Refettori da sola potrebbe giustificare la laurea a Bottura.

Massimo Bottura, Francesco Ubertini - I Refettori di Bottura al G7 dell'agricoltura  E intanto lui riceve la laurea ad honorem

Massimo Bottura con Francesco Ubertini, rettore dell'Università di Bologna (foto: Ansa)

A confermarlo in qualche modo è stato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che, mentre Bottura diventava “Dottor Bottura” ha annunciato sul proprio profilo Facebook: «Abbiamo deciso di portare anche l'esperienza dei Refettori, ideati proprio da Bottura durante Expo Milano 2015, al vertice G7 dei ministri dell'Agricoltura previsto a ottobre a Bergamo nell'ambito della nostra presidenza».

«Gli siamo grati - continua il ministro Martina - per il suo instancabile impegno nella costruzione di una nuova cultura del cibo. Quella di cui abbiamo bisogno, che tiene insieme eccellenza, amore per il territorio e capacità di visione. Una rete del cibo. Fatta di persone. Di idee. Di gesti concreti. Con noi - annuncia ancora il ministro Martina - sarà anche Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, per il suo impegno forte come Ambasciatore speciale Fao “Fame zero” per l'Europa. Questo è un anno importante per l'Italia. Abbiamo bisogno di costruire insieme nuovi impegni e responsabilità con il contributo sempre più consapevole anche dei cittadini. L'obiettivo “Fame zero” passa anche da qui».

Al “neo dottore” una forma di Parmigiano Reggiano con dedica
Insieme alla prestigiosa laurea ad honorem in direzione aziendale, allo chef Massimo Bottura è giunto anche il particolare riconoscimento del Consorzio del Parmigiano Reggiano. L’ente di tutela gli ha consegnato, con una dedica incisa sul piatto, una forma di Parmigiano Reggiano di Bianca modenese prodotta nel luglio 2010 nel caseificio Rosola di Zocca. La consegna è avvenuta da parte del presidente della sezione di Modena, Aldemiro Bertolini, del direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, e del presidente del caseificio di Rosola di Zocca, Alessandro Marchi.

Riccardo Deserti, Aldemiro Bertolini, Massimo Bottura, Alessandro Marchi - I Refettori di Bottura al G7 dell'agricoltura  E a Bologna riceve la laurea ad honorem
Riccardo Deserti, Aldemiro Bertolini, Massimo Bottura, Alessandro Marchi

Sul piatto della forma è incisa la scritta: «A Massimo “Impossible is Nothing” Since 1986», ricordando l’anno in cui Bottura iniziò la sua attività di ristoratore rilevando la Trattoria del Campazzo a Nonantola (Mo). L’espressione scelta è una delle preferite di Bottura, ed esprime molto dell’approccio alla vita e alla professione del grande cuoco modenese.

«Il riconoscimento da parte del Consorzio - sottolinea il presidente dell’ente di tutela, Alessandro Bezzi - è un segno di particolare gratitudine nei riguardi di Bottura, che ha sempre avuto parole di grande apprezzamento per il Parmigiano Reggiano, ma è anche il segno di un’unione più profonda e di un sogno comune. Siamo accomunati dal vivere in questo territorio, molto ricco di cultura, di saperi gastronomici, di tradizioni produttive molto radicate, di cui tutti noi dobbiamo andare fieri, ma ci unisce  ancor di più il guardare alto, il guardare oltre, il sapere che nasciamo da tradizioni forti, che costituiscono la nostra spina dorsale, la nostra ossatura, e che al tempo stesso alimentano il nostro sogno».

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