Quando incontriamo Alessandro Ferretti ci colpisce subito questo suo modo garbato e fresco, quasi da adolescente; ma già alle sue prime parole si intuisce una buona levatura culturale e professionale. Arezzo, la città natale di Alessandro (Alex per gli amici), non poteva immaginare che un suo concittadino, in questi primi 50 anni, potesse avere come clienti personaggi noti in tutto il mondo. Ma andiamo per gradi.
Alessandro Ferretti
I primi passi nel mondo del bartending: il Sweet Coffee Bar
Alex inizia come cameriere mentre frequentava un istituto tecnico sperimentale, stimolato dalla voglia di esplorare un mondo nuovo, quello della ristorazione, che lo intrigava e lo affascinava. A 19 anni apre la sua prima attività con i suoi genitori e già il nome del bar faceva presupporre un locale “coccoloso” dove accudire i propri clienti: lo “Sweet Coffee Bar” ad Arezzo. Curiosando nel mondo del bartending e frequentando un corso professionale conosce Paolo Baldini, fondatore e socio benemerito di Abi Professional (autore del libro “Tutto quello che non sai sul Negroni”) e Roberto Giannelli. Entrambi hanno accompagnato il suo percorso professionale.
Esperienze in tutta Europa, a servire personaggi famosi come Pavarotti e Michael Jackson
Consigliato da loro, inizia a girare per fare le esperienze più eterogenee e ampliare il suo bagaglio tecnico-culturale. Va quindi in Sardegna, in Costa Smeralda, all’Hotel Palme della Bagaglino Group. Non soddisfatto, si sposta a Milano, precisamente al Principe di Savoia, uno degli hotel più in voga del capoluogo lombardo. Alex ha così l’onore di servire alcuni personaggi come Alberto Sordi, Pavarotti, Bruce Springsteen, gli Oasis e Micheal Jackson (che gli regalò dei biglietti per il suo concerto), ma soprattutto a Milano ebbe l’occasione di conoscere Umberto Caselli, fondatore e presidente onorario Abi Professional, recentemente scomparso. «Un’inesauribile fonte d’ispirazione e sempre pronto ad sostenere i giovani»: così lo ricorda Alex.
Fa di nuovo le valige e va a Londra. Atterra al Savoy Hotel, dove è bar manager Peter Dorelli (The Legend), «colui che più di tutti mi ha formato nella tecnica - dice Alex - un personaggio dal carisma straripante. Ancora oggi, non più giovane, affronta i palchi di innumerevoli manifestazioni di settore ed è testimonial di molti nuovi prodotti per la miscelazione». Altro giro, altra corsa per Alex che lì al Savoy rivede tanti suoi clienti del Principe di Savoia e ne incontra altri ancora, come Lady Diana. Riprende a viaggiare e arriva nella verde Svizzera, precisamente al Quirinale di Ginevra, un locale modaiolo. Sempre in Svizzera diventa bar manager al “Le Sources Des Alpes”, un 5 stelle con spa.
Alex ha comunque intervallato il periodi all’estero con consulenze e aperture di locali. Qui metteva alla prova le sue conoscenze, frutto delle lunghe esperienze fatte in strutture stellate come “La Rosa Blu” in provincia di Siena, “La Bottega degli Illustri” ad Arezzo e il “Siro’s Caffetteria”, vera gelateria artigianale.
Alex confessa che, la prima volta che è rimasto affascinato dal mondo del bar è stata alla visione del film con Tom Cruise “Cocktail”, in cui l'attore americano si cimenta con le bottiglie. Ciò che più gli piaceva era l’ambiente che il barman riusciva a creare attorno a sé, coinvolgendo i clienti: «a parte la trama del film, ho intravisto un mondo di opportunità, viaggi e fantasia».
L'importanza dell'associazione di categoria, una grande famiglia
La tecnica di Ferretti, imparata durante le tante esperienze in Italia e all'estero
Forte della sua esperienza, ha di che comunicare, specie a chi muove i primi passi nel settore: “Anzitutto è bene frequentare un corso realmente professionale. Chi ti insegna il mestiere deve avere veramente una grande esperienza nel settore, poi sta a te creare delle opportunità per mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti». «Altra cosa importante - suggerisce Alex - è entrare a far parte di un'associazione di categoria. Credo fortemente nelle associazioni, ho fatto parte di Aibes, Ukbg, Ais e Abi Professional. Mi hanno dato moltissimo da un punto di vista professionale ed umano; l’associazione è una grande famiglia che non ti abbandona mai, anche quando ti capita di perderti».
«Mi sono convinto ad entrare in Abi Professional - prosegue il barman - perché credo che i soci fondatori siano spinti da ideali e valori professionali autentici, come la perenne volontà di migliorare il servizio per il cliente, o il senso di responsabilità nel trasmettere il nostro sapere alle giovani leve»
I consigli per i giovani: viaggiare
Altra cosa che i giovano non devono mai smettere di imparare è viaggiare il più possibile, «imparare lingue straniere, cercare di lavorare accanto a professionisti appassionati, ascoltando i loro insegnamenti. Non sono migliori, semplicemente hanno molta più esperienza, proprio quello che serve per crescere».
Souf on
Nel futuro c'è un ritorno a casa
Nel futuro di Alex c’è l’intenzione di rientrare in Toscana: «Ho sempre vissuto la mia vita professionale come una sfida con me stesso, alla ricerca di nuovi stimoli, ma nel mio futuro sogno di tornare nella mia Toscana e trovare un posto di lavoro dove sentirmi a casa e mettere radici, visto che il prossimo novembre dovrò affrontare un’altra meravigliosa sfida… quella di diventare papà per la prima volta».
La ricetta proposta da Alex: “Souf Un”
Ingredienti: 4 cl di Benedictin, 4 cl di Dubonnet, 4 cl di St. Germain, 4 cl di Martini Dry
Bicchiere: Shaker - Doppia coppa cocktail
Decorazione: scorza di arancia flambé