Sono più di 4 anni che ho evitato di parlare di Aibes e Abi Professional. L’ho fatto per correttezza deontologica e rispetto di tanti colleghi e amici. Purtroppo i ripetuti e superficiali attacchi mediatici che rilevo sui social con atteggiamenti polemici da parte di numerosi professionisti e da personaggi influenti del mondo del bartending mi fanno capire come in realtà siano in tanti ad ignorare la nostra storia, e con essa le nostre origini.
Ci sono ancora questioni da approfondire, ma una collaborazione ora farebbe del bene al settore
Nel 2012 l’Aibes fu gestita da alcune persone che ne mutarono la mission, basandosi prima su un nuovo regolamento e poi su un nuovo statuto con poteri decisionali che esulavano da qualsiasi forma di gestione democratica un'associazione amicale e senza scopo di lucro. Tutto ciò, come si è poi dimostrato nel corso degli anni, per motivi di interessi e rendiconti personali. Il pericoloso accentramento del potere nelle uniche mani del presidente ha consentito a questa associazione di sospendere - in modo illegittimo - tutti quei soci che erano contrari a questo progetto. Coloro che non sono stati sospesi hanno invece sposato questa linea rendendosi quindi complici di tutto ciò che è accaduto.
Isolati da tutto e da tutti, un grande numero di soci storici fu estromesso da ogni possibilità di partecipare alla vita associativa e costretti ad intraprendere la via del Tribunale per far valere i propri diritti. Queste persone hanno avuto tanto coraggio e determinazione, accollandosi le spese, per vincere una causa che ha dimostrato tanto l’illegalità della propria sospensione, mai determinata dai Probiviri, quanto la non conformità alle regole statutarie che sono alla base di un associazione seria.
E non stiamo parlando solo di soci iscritti, ma piuttosto di persone che costituivano l’ossatura storica dell’Aibes. Per fare qualche nome: Umberto Caselli, Tonino Palazzi, Camillo Bosco, Fabrizio Dellavalle, Leonardo Cisotto, Solindo Soncin, Angelo Campora, Fiorenzo Colombo, Daniele Dagradi, Elio Cattaneo, Claudio Errani, Lelio Villa, Pierluigi Mazzali, Riccardo Ponzianelli, Paolo Baldini, Gianni Pellegrino, Gianluca Pinna e tanti altri.
Per chi non fosse informato, noi abbiamo vinto la causa, portando quindi il Tribunale a sospendere il neo Statuto Aibes; le spese (decine di migliaia di euro) furono pagate dall’associazione con i soldi dei soci e non dei responsabili. Prima di ricorrere a vie legali, tentammo di tutto per cercare di risolvere il problema dall’interno dell’associazione, ma ci fu negato, causa l'incessante comportamento illegittimo degli allora dirigenti, supportati dalla complicità silente di tutti coloro che in realtà li appoggiavano e allo stesso modo dall’indifferenza di tanti soci.
È quindi con tanta forza e nel contempo rammarico che abbiamo deciso di fondare l’Abi Professional, in modo tale da continuare a seguire quei valori umani e professionali che per tanti anni avevamo seguito e rinforzato grazie a tanti protagonisti della storica associazione. Questa è la verità. Siamo sempre rimasti aperti a tutti nonostante i continui boicottaggi.
Ora che sono passati 8 anni, visto anche l’allontanamento di alcuni personaggi che determinarono quella situazione, sarebbe opportuno creare rapporti tra le associazioni più rispettosi dei valori etici e deontologici tipici della figura del barman professionista.
Per questo motivo auspico in futuro una sincera collaborazione tra le 2 associazioni, dopo un'attenta analisi dei fatti, delle colpe e delle eventuali scuse e la possibilità di creare una confederazione di associazioni del settore per dare un miglior contributo al comparto Bar.
Qualcuno ancora crede in una possibile fusione tra le due associazioni, senza tener conto però di una grande differenza: Abi Professional ha riproposto infatti il vecchio modus operandi della storica associazione, mentre quest'ultima, l'Aibes, è diventata Promotion, quindi società commerciale che opera sul mercato con tante partite Iva, diventata brand ambassador di tante aziende.
Tutto ciò diversifica gli obiettivi e le finalità delle 2 associazioni allontanandole sempre di più. Una persegue la valorizzazione e la formazione della figura del barman da un punto di vista deontologico, in un clima amichevole e associativo; l’altra ha come obiettivo contratti commerciali e amministrazione aziendale.
Confido in una soluzione pacata con un confronto amichevole per dare all’opinione pubblica una visione più consona di quelle che sono le peculiarità di un barman professionista, soprattutto in questi tempi dove l’associazionismo vive delle forti problematiche di inserimento, soprattutto nelle nuove generazioni.