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È morto Alfredo Diana, già presidente di Confagricoltura e ministro dell'Agricoltura

Figura di spicco dell'agricoltura italiana, guidò Confagricoltura per ben otto anni e salvò il ministero da un referendum abrogativo. Dal 1992 al 1994 fu ministro nei governi Amato e Ciampi [...]

 
13 agosto 2025 | 14:49

È morto Alfredo Diana, già presidente di Confagricoltura e ministro dell'Agricoltura

Figura di spicco dell'agricoltura italiana, guidò Confagricoltura per ben otto anni e salvò il ministero da un referendum abrogativo. Dal 1992 al 1994 fu ministro nei governi Amato e Ciampi [...]

13 agosto 2025 | 14:49
 

Se n'è andato Alfredo Diana, figura storica dell'agricoltura italiana, presidente di Confagricoltura dal 1969 al 1977 e ministro dell'Agricoltura tra il 1992 e il 1994, nei governi di Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi. Uomo di terra e di istituzioni, ha attraversato oltre trent'anni di storia agricola del Paese con un ruolo sempre centrale, contribuendo in prima persona a battaglie decisive per il settore e difendendo fino all'ultimo il valore e l'autonomia del ministero che aveva guidato.

È morto Alfredo Diana già presidente di Confagricoltura e ministro dell'Agricoltura

Se n'è andato Alfredo Diana, figura storica dell'agricoltura italiana (credits: Cavalieri del Lavoro)

La notizia della sua scomparsa ha subito raccolto cordogli e ricordi dal mondo politico e agricolo. «Si è spento il collega Sen. Alfredo Diana, già ministro dell'Agricoltura e delle foreste. Un personaggio che ha rappresentato per anni un saldo punto di riferimento per gli agricoltori italiani. Ho avuto l'occasione di conoscere e apprezzare il collega come politico e uomo - ha dichiarato il ministro del Masaf, Francesco Lollobrigida. Mi ha onorato della sua presenza nella Consulta degli ex Ministri dell'agricoltura della Repubblica che ho voluto costituire subito dopo la nascita del Governo Meloni. Uno strumento per trovare insieme, in modo trasversale ai partiti, gli obiettivi comuni a difesa del mondo agricolo restando fuori dalle polemiche quotidiane e impegnando tutti a raggiungerli. Condoglianze alla sua famiglia e alla sua comunità politica».

Anche Confagricoltura ha voluto esprimere vicinanza alla famiglia, ricordando il legame indissolubile che Diana aveva con l'organizzazione. «Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, la giunta e Confagricoltura tutta esprimono profondo cordoglio per la morte di Alfredo Diana, ricordando il presidente, il politico, ma soprattutto l'uomo, che tanto ha segnato il percorso dell'Associazione e dell'agricoltura italiana ed europea. Un agricoltore, prima di tutto, come ha sempre voluto definirsi, alla guida, dopo la laurea in agraria, delle tre aziende agricole di famiglia, a Caserta, in Calabria e in provincia di Catania». Il suo percorso in Confagricoltura cominciò nel 1959, quando, insieme a un gruppo di giovani «entusiasti e anche un po' ribelli», fondò l'Anga, l'associazione giovanile dell'Organizzazione. Dieci anni più tardi entrò nei senior, diventando presidente e mantenendo la carica per otto anni, in un periodo segnato da vertenze complesse, come quella sui contratti agrari, e da questioni di fondo come il problema delle eccedenze produttive.

La sua attività lo portò presto sulla scena europea: nel 1979, Confagricoltura lo candidò nel collegio nord ovest come indipendente nelle liste DC, riconoscendolo come il miglior rappresentante per il settore agricolo. Con 256mila preferenze ottenne un risultato storico, che segnò non solo la sua carriera politica, ma anche un momento di grande visibilità per l'agricoltura italiana. Dal 1983 al 1992 fu senatore della Repubblica, fino alla chiamata come ministro dell'Agricoltura. Convinto di aver concluso la propria esperienza politica, era tornato a lavorare nelle aziende di famiglia quando, nel 1993, il presidente del Consiglio Giuliano Amato gli chiese di prendere il posto del ministro Fontana. Erano anni delicati, segnati dal dopo tangentopoli e dai referendum abrogativi, tra cui quello che prevedeva l'abolizione del ministero dell'Agricoltura e di quello del Turismo. In dodici mesi, attraverso cinque decreti-legge, riuscì a salvarne l'esistenza, garantendo al settore un presidio istituzionale che riteneva indispensabile. Diana ha dedicato tutta la vita all'agricoltura, accompagnandone i cambiamenti e guardando sempre con fiducia al progresso e alla ricerca. Così, Confagricoltura lo saluta oggi «con stima, affetto e grande riconoscenza», ricordando un uomo capace di coniugare la concretezza del lavoro nei campi con l'impegno politico e istituzionale. Un'eredità che, al di là delle cariche, resta scritta nella storia del settore.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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