Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, traccia un primo bilancio del turismo in Italia. In un’intervista all’Ansa, Bocca afferma: «Il 2023 è stato un anno straordinario per il turismo in cui, devo dire, hanno tirato tutti i mercati, sia il mercato internazionale (americano in particolare) sia quelli europeo e italiano». Tuttavia, le previsioni per il 2024 si presentano diverse.
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi
«Quest’anno la situazione è un po’ diversa: abbiamo avuto un mercato americano che ha continuato a performare, mentre il mercato italiano e quello europeo hanno cominciato a mostrare i primi segni di rallentamento», spiega Bocca. Mentre le città d’arte dovrebbero mantenere i risultati dello scorso anno, per le località balneari e le città meno frequentate dai turisti americani ci si aspetta una diminuzione. «Comunque, saranno risultati superiori al 2019 e quindi non è stato un anno assolutamente negativo», sottolinea.
Guardando al futuro, Bocca prevede un calo nel mercato americano in concomitanza con le elezioni a novembre: «Le città d’arte rispetto al novembre 2023 sicuramente avranno un calo, ma non ci possiamo lamentare, erano comunque tutte cose attese».
Il presidente di Federalberghi avverte però di evitare sia il tono tronfalistico sia quello del «piangersi addosso»: «Raccomando sempre di riportare le cose alla realtà, anche perché non appena si dice il turismo va bene, ecco spuntare l’aumento della tassa di soggiorno». Secondo Bocca, il turismo è in ripresa dopo gli anni difficili del Covid, e «non è il momento per mettere ancora tasse».
In merito alle tensioni internazionali, Bocca esprime preoccupazione: «Le guerre in primis, oggi di quella in Ucraina non si parla quasi più, anche se continua, e siamo tutti preoccupati per il conflitto in Medio Oriente». La sua paura per il 2025 è legata a queste situazioni geopolitiche.
Tuttavia, il presidente degli albergatori vede nel turismo una «deriva positiva». Affrontando il tema degli affitti brevi, Bocca chiede più coraggio, citando l’esempio di Barcellona, che ha bloccato le licenze: «Sicuramente il Codice Identificativo Nazionale (Cin) è un passo avanti, ma non basta. Serve una legge quadro nazionale e poi dare la possibilità ai sindaci dei vari Comuni di organizzarsi a seconda della loro situazione».
Con un mix di ottimismo e realismo, Bocca invita a riflettere sulla situazione attuale del turismo in Italia, evidenziando sia le opportunità che le sfide che il settore deve affrontare.
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