Un vero e proprio “crash economico”: i cittadini identificano lo sperpero del cibo come un crash per le loro economie. Nelle settimane dell'inflazione alimentare, quando i prodotti hanno registrato un aumento medio del 10,7% in Italia, si prospetta un aumento di 205 euro tra settembre e dicembre rispetto al 2022 (dati Assoutenti agosto 2023). Prevenire lo spreco, quindi, equivale a sostenere concretamente la famiglia, oltre ad essere un presidio per la salute dell'ambiente. Sono le prime anticipazioni del Rapporto globale sul rapporto fra cibo e spreco, in vista della 4/a Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e sprechi alimentari promossa dalle Nazioni Unite.
Pesa l'inflazione sullo spreco di cibo
L'indagine firmata da Waste Watcher, International Observatory on Food&Sustainability, è promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos, realizzata in 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan.
Fra i cittadini più preoccupati a livello internazionale per l'impatto economico dello spreco del cibo ci sono gli statunitensi che legano al fenomeno tre impatti negativi legati al denaro: 81% spreco di denaro, 62% conseguenze economiche per la mia famiglia, 59% conseguenze economiche e sociali.
Il Rapporto offre una panoramica sulle abitudini di consumo e spreco, spiega il fondatore Spreco Zero Andrea Segrè, «essenziale per potenziare la consapevolezza su comportamenti, fruizione e gestione del cibo». Una rinnovata attenzione è per le etichette fronte pacco, elemento significativo per il contrasto allo spreco. Ci sono poi le strategie legate ai diversi Paesi: se i cittadini di Italia e Spagna acquistano con maggiore frequenza i prodotti freschi, la lista della spesa resta invece riferimento primario per Paesi come la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
© Riproduzione riservata STAMPA