Per la Confcommercio, la migliore risposta alla questione del salario minimo sta nella valorizzazione erga omnes dei contratti collettivi di lavoro stipulati tra chi realmente rappresenta il mondo delle imprese ed il mondo del lavoro. «Contratti che meriterebbero, inoltre, misure di detassazione a supporto dei loro rinnovi e del welfare aziendale», così Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia con delega al lavoro ed alla bilateralità, ha riassunto oggi la posizione della Confederazione sulla questione del salario minimo.
Il comunicato della Confcommercio sulla questione salario minimo
«Si assegni, dunque, alla contrattazione collettiva esercitata dalle organizzazioni nazionali comparativamente più rappresentative - prosegue Prampolini - il compito di individuare la retribuzione proporzionata e in ogni caso sufficiente di cui all’articolo 36 della Costituzione, tenendo conto anche di tutti i trattamenti riconosciuti ai lavoratori attraverso istituti e prestazioni del welfare contrattuale e della bilateralità territoriale». Per quel che riguarda il settore dei servizi di mercato, «ricordiamo poi - conclude - che il nostro Ccnl è il più applicato nel terziario e che esso prevede trattamenti economici complessivi - incrementati, da ultimo, con il protocollo sottoscritto lo scorso dicembre con le Organizzazioni sindacali - ben oltre la soglia dei 9 euro».
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