Nel trimestre 2023 il gruppo Campari (a cui fanno capo i brand Aperol, Campari, Skyy, Grand Marnier, Wild Turkey) ha registrato vendite nette per 743,5 milioni di euro, in lieve flessione (-0,7%) sui 748,8 milioni del 2022. In termini organici il gruppo ha riportato un +4,4%, sotto il +8,4% stimato dagli analisti, come riporta Reuters. Il titolo di Borsa del gruppo è attualmente in calo di oltre il 9 per cento. L’ebit è risultato pari a 147,4 milioni, in calo del 16,8% sui 177,2 milioni dell’anno precedente, mentre l’ebitda ha registrato una contrazione dell’11,9% a 176,9 milioni.
Campari chiude i nove mesi con una crescita organica dei ricavi del 10,5%
«L’andamento - afferma Bob Kunze-Concewitz, ceo del gruppo fino al 2024 - rispecchia anche la prevista normalizzazione nel terzo trimestre e l’impatto delle condizioni climatiche avverse in Europa».
Le vendite nelle Americhe (44% delle vendite totali) sono cresciute del +4,9% a livello organico riflettendo «una base di confronto molto sfavorevole (terzo trimestre 2022: +30,2%), nonché la normalizzazione del settore». La Germania ha invece registrato un’accelerazione (+38,8%), «aiutata anche da robusti aumenti prezzo».
Nei nove mesi, le vendite nette sono risultate pari a 2,2 miliardi di euro in crescita del 9,8% (+10,5% la crescita organica), «grazie alla dinamica sostenuta dei brand, in particolare degli aperitivi, tequila e premium bourbon, nonché all’effetto prezzo molto positivo in tutto il portafoglio», fa sapere l’azienda. L’ebit rettificato è stato di 520,5 milioni, pari al 23,6% delle vendite nette, con una variazione totale del +5,7%, mentre l’utile del gruppo prima delle imposte rettificato è risultato in calo del 2% a 473,8 milioni.
Guardando al resto del 2023, «ci attendiamo che la performance dei ricavi rifletterà la forza dei nostri brands chiave con una continua sovraperformance del settore nei principali mercati di riferimento, l’effetto prezzo positivo e la continua normalizzazione della crescita dei volumi». In concomitanza, «ci aspettiamo che i margini riflettano gli aumenti di prezzo, l’evoluzione del mix di vendita in relazione alla stagionalità del business, la normalizzazione dell’inflazione sui costi di produzione, nonché i continui investimenti volti a rafforzare le capacità commerciali del Gruppo». Su base annua, il gruppo conferma la guidance di margine ebit rettificato stabile in percentuale sulle vendite nette a livello organico «nonostante l’attuale macroambiente volatile». Inoltre, «prevediamo che il trend negativo del cambio continui, riflettendo l’indebolimento del dollaro statunitense e di altre valute chiave dei mercati emergenti, nonché l’apprezzamento del peso messicano».
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