Il 2022 è l'anno orribile per l'agricoltura ascolana fra aumento dei costi, siccità, grandine e fauna selvatica. L'ultimo episodio negativo è stato causato dai branchi di cinghiali che stanno devastando i vigneti del Piceno.
Gli animali, stremati dal caldo e dalla siccità si spingono a cercare l'acqua mangiando i grappoli di uva bianca.
«Oltre all’aumento dei costi e ai danni della siccità e della grandine, le nostre aziende agricole debbono continuare a subire le devastazioni causate nei campi dai cinghiali. La gestione degli animali selvatici è un’eterna incompiuta che, come tante altre cose, allontana il mondo rurale dalle istituzioni», ha dichiarato Armando Marconi, presidente della Coldiretti di Ascoli Piceno. Il presidente facendosi portavoce delle imprese agricole della Valtesino e della zona di Offida che, nelle ultime tre notti, hanno assistito inermi a scorribande degli animali che hanno devastato i loro raccolti.
«Il caldo opprimente e la siccità - spiega la Coldiretti – hanno spinto branchi di cinghiali, alla ricerca di acqua che non trovano, a dissetarsi prendendo di mira i grappoli ormai pronti di uva bianca, prediligendo quella più zuccherina. E se l’uva disseta, il mais sfama così le imprese agricole assistono alla devastazione dei campi di grano turco". Ma quello della fauna selvatica è anche un problema di sicurezza pubblica - prosegue la Coldiretti – considerando che in Italia un incidente stradale ogni 41 ore, secondo dati Asaps, è causato proprio da cinghiali con un bilancio che, soltanto nell'ultimo anno, ha fatto registrare 13 morti e 261 feriti gravi. Si tratta - spiega l’organizzazione agricola – di episodi purtroppo sempre più frequenti con i selvatici che mettono a rischio la sicurezza delle persone in città e campagne, portano malattie, razzolano tra i rifiuti, causano incidenti stradali».
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