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Privacy e Green pass: 80% degli italiani disponibili a cedere dati personali

09 luglio 2021 | 14:56
 

Privacy e Green pass: 80% degli italiani disponibili a cedere dati personali

09 luglio 2021 | 14:56
 

La maggior parte degli europei sarebbe disposta a fornire i propri dati personali per non subire più le restrizioni imposte dal lockdown. A dirlo è una ricerca Kaspersky sul rapporto fra privacy e lotta al Covid.

Per Kaspersky, l'80% degli italiani è pronto a cedere più dati personali per acquisire maggiore libertà nelle attività quotidiane Privacy e green pass: 80% degli italiani disponibili a cedere dati personali

Per Kaspersky, l'80% degli italiani è pronto a cedere più dati personali per acquisire maggiore libertà nelle attività quotidiane

 

Nel caso dei cittadini italiani, ben l'80% cederebbe gran parte della privacy, sotto forma di informazioni personali e sensibili in accordo al green pass, pur di acquisire maggiore libertà di accesso alle attività quotidiane.

«Nonostante molti europei siano disposti a rinunciare ai loro dati personali in cambio di maggiore libertà, è importante che i governi nazionali siano più trasparenti sulle politiche di raccolta e archiviazione dei dati, per costruire un rapporto di fiducia con i cittadini e superare in sicurezza la pandemia», ha dichiarato Morten Lehn, general manager Italy di Kaspersky. La possibilità di tornare a viaggiare all'estero è il motivo che spingerebbe il 36% degli italiani a condividere i propri dati sanitari, seguito dalla possibilità di tornare nei bar o nei ristoranti (23%) e di partecipare a grandi eventi (24%).

Ricominciare a frequentare i centri commerciali dopo la pandemia non sembra invece interessare molto i connazionali: solo il 22% degli intervistati l'ha inserita tra le motivazioni per fornire informazioni personali.

Eppure, proprio l'Italia è tra le nazioni maggiormente preoccupate di come vengono gestiti i dati individuali. Se il 98% dichiara che la privacy è un argomento importante, solo il 63% degli italiani ritiene di avere effettivamente il controllo sulle organizzazioni che vi hanno accesso. Parallelamente, l'85% degli intervistati è preoccupato che i propri dati possano cadere nelle mani sbagliate nei prossimi due anni.


 

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