Proteste no-green pass e conseguente aumento dei contagi rischiano di «rovinare quanto costruito negli ultimi trent’ anni, il rilancio del porto, dei servizi, del turismo. Penso a chi vorrebbe visitare la città e decide di non venire, oppure a chi trasporta merci e preferisce andare nella vicina Capodistria», ha affermnato Riccardo Illy, patron dell'omonima torrefazione triestina sulla situazione in cui è piombato il capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.
Piazza Unità a Trieste
In un'intervista al Corriere della Sera, il capo del Polo del Gusto (ed ex sindaco di Trieste per otto anni nonché ex governatore del Friuli-Venezia Giulia) ha fatto il punto sullo stato della città dopo il 15 ottobre, data dell'ingresso in vigore del green pass obbloigatorio sui posti di lavoro e data delle manifestazioni contro la certificazione verde che si sono tenute al porto. «È vero, abbiamo una percentuale più alta che altrove di chi è senza vaccino e senza certificato verde. Ma la maggioranza l’ha fatto, si tratta solo di una minoranza rumorosa», ha commentato Illy.
Il rischio che balena all'orizzonte è quello di un ritorno in zona gialla: «Sarebbe una mazzata. Il risultato di chi ha manifestato porterebbe alla riduzione della libertà propria e degli altri, un paradosso», ha aggiunto il manager. Illy ha anche ribadito quanto affermato da una petizione, e cioè la speranza che Trieste diventi il simbolo della lotta al Covid: «Qui abbiamo una delle più grandi concentrazioni di scienziati d’Europa. Fa male sentire certe bestialità sulla negazione dei benefici dei vaccino su fantomatici effetti collaterali. Vogliamo ridare a Trieste il giusto ruolo, di capitale della scienza, e anche del buonsenso».
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