Sulla cresta dell’onda dal 1953, l’Harry’s Bar di Firenze sta vivendo un momento di grande difficoltà. Al timone, stringendo i denti, i fratelli Antonio e Francesco Bechi. Non mollano, ma sono preoccupati per i canoni d’affitto ormai fuori controllo rispetto alle entrate ridotte dalla crisi pandemia.

L'Harry's Bar, storia di Firenze dal 1953, è guidato dai fratelli Bechi
Gli affitti, così come il costo dei dipendenti, rappresentano delle spese fisse che, visto il periodo,
rischiano di appesantire il lento riavvio dei pubblici esercizi, oggi con i fatturati dimezzati rispetto al periodo pre-Covid. E l’esempio del locale toscano ne è una dimostrazione. Per questo nelle scorse settimane la Fipe aveva sollevato più volte la questione nei confronti del governo per chiedere tagli urgenti e interventi per proprio per ridurre la pressione dei costi di locazione.
«Occorrerebbe un aiuto da parte dello Stato e una rinegoziazione del canone di locazione come sottolineato da un accordo siglato in Camera di Commercio – ha dichiarato
Antonio Bechi a
La Nazione - Bisogna arrivare a una norma che regoli i rapporti con i proprietari. Altrimenti la situazione è insostenibile.
Aria davvero pesante, perché le uscite superano le entrate e per far fronte a questo sbilanciamento forzato è necessario attingere alle risorse personali. Durante il lockdown il delivery non è stato sufficiente e oggi il giro d’affari è al minimo. Solo grazie ai fiorentini essendo
sparito il turismo internazionale.
I fratelli Bechi hanno richiamato sette persone su quindici; gli altri sono in cassa integrazione. Insomma, una situazione dolorosa, ma loro non demordono e rimangono aperti. «Lo facciamo per amore della città – ha sottolineato Bechi - per offrire un servizio e per dare un segnale di speranza. Quando cammino e vedo alberghi e attività importanti chiusi mi fa male il cuore. Molto probabilmente è quello che sarebbe successo se anche l’Harry’s Bar fosse finito nelle mani di grandi gruppi internazionali. Io e mio fratello invece siamo legati alla nostra città. Ecco perché continuiamo a rimanere aperti nonostante le perdite quotidiane».
Per informazioni:
www.harrysbarfirenze.it