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Pasqua cancellata e turismo: ancora 300 milioni di euro di perdite

03 aprile 2021 | 09:55
 

Pasqua cancellata e turismo: ancora 300 milioni di euro di perdite

03 aprile 2021 | 09:55
 

«Ancora oltre 300 milioni di euro di perdite. La Pasqua cancellata aumenta il passivo del nostro turismo e le aziende sono sempre più sole», queste le parole di Maria Carmela Colaiacovo vicepresidente di Confindustria Alberghi in merito all’Italia in lockdown per le feste pasquali.

Maria Carmela Colaiacovo Pasqua cancellata e turismo: ancora 300 milioni di euro di perdite

Maria Carmela Colaiacovo


«Ancora fermi dopo più di un anno…È una situazione insostenibile – ha aggiunto - Le nostre aziende non hanno perso il 30%, ma l’80% e a volte anche di più. Il Governo deve varare subito misure adeguate. Il settore è arrischio e molti operatori stanno pensando di gettare la spugna. Non ce lo possiamo permettere, il Paese non si può permettere di perdere il settore alberghiero o peggio lasciarlo in mano gli speculatori o alla malavita».

«Abbiamo bisogno di un sistema di aiuti adeguato alle perdite subite, copertura dei costi fissi come accade negli altri Paesi ed interventi mirati come l’eliminazione della Tari che incredibilmente i comuni continuano a chiedere ad aziende ferme da oltre un anno. Decontribuzione, detassazione e subito un tavolo per programmare le riaperture. Non possiamo rimanere fermi mentre i Paesi nostri concorrenti già si muovono sui mercati. Dobbiamo poter dire ai nostri clienti cosa si potrà fare a maggio, a giugno luglio eccetera e dobbiamo poterlo dire ora, altrimenti le prenotazioni continueranno ad andare altrove».

«Già oggi stiamo pagando la schizofrenia delle decisioni assunte nelle ultime ore che ha generato forte preoccupazione negando l’idea di un Paese fuori controllo dove decisioni anche così importanti vengono assunte in modo estemporaneo dettato dalla paura. Questo genera preoccupazione sui mercati che guardano alla nostra destinazione. E il riscontro è stato immediato, sono arrivate cancellazioni motivate da incertezza e preoccupazione, per prenotazioni già fissate per i prossimi mesi. Non è più sopportabile, se davvero il turismo in Italia non deve fallire serve Ora una politica che decida».

 

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