«Il nuovo Dpcm per noi del settore del banqueting e del catering è un secondo lockdown, non dichiarato ma nei fatti». A sostenerlo, in un’intervista all’Adnkronos è Paolo Capurro, presidente di Anbc, l'Associazione nazionale del Banqueting e del catering associata a Fipe Confcommercio, commentando il dpcm del governo, che vieta le feste in tutti i luoghi al chiuso e all'aperto, fatte salve quelle conseguenti alle cerimonie civili o religiose, che possono svolgersi con la presenza massima di 30 persone.
Una norma che, sostiene Capurro, mette in ginocchio un settore "che conta 2000 aziende, 130mila collaboratori, con due miliardi e mezzo di fatturato", che lavora con gli eventi e che già "oggi, prima del Dpcm, deve fare i conti con un crollo dell'85% del fatturato".
Una limitazione, quella delle 30 persone, che Capurro non ha digerito. «Perché - si chiede il presidente di Anbc - le nostre aziende se hanno spazi tali da permettere il distanziamento anche per un numero maggiore non possono farlo? Non era il distanziamento il principio da seguire?».
Ora che il governo ha preso la sua decisione, secondo Capurro, è necessario che almeno si corra ai ripari dando aiuto "concreto alle aziende che non possono sopravvivere senza fatturato. E c'è da dire che i lavoratori al massimo visto la cassa integrazione fino a giugno, mancano tutti i mesi successivi".
La speranza per il futuro, conclude Capurro "è che prima di prendere decisioni che impattano così sulle imprese, e sui lavoratori, si sentano le associazioni di categoria per cercare un percorso comune".
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