Non bastava la moltitudine di recensioni fittizie su alberghi e ristoranti (per cui TripAdvisor è stato pure multato): adesso c’è anche chi ha pensato bene di utilizzare TripAdvisor (ed Airbnb) come vetrina per promuovere visite turistiche. Bene, dirà qualcuno… peccato che la proposta apparsa nei giorni scorsi sui due portali (e nel frattempo rimossa, sebbene con colpevole ritardo) riguardava l’organizzazione di un vero e proprio “Mafia Tour” a Napoli, nei vicoli della malavita. Uno smacco per il capoluogo campano, che ha scatenato la reazione sdegnata della popolazione e persino del sindaco, Luigi De Magistris, il quale è intervenuto su Twitter per chiedere l’immediata rimozione (come detto, successivamente effettuata) dell’annuncio.
Un vicolo del centro di Napoli
A proporsi come Cicerone, un certo Vittorio Cuomo, 26 anni, guida turistica, che vantando addirittura alcuni membri familiari «coinvolti dalla camorra», ha assicurato di essere nato e aver sempre vissuto a Napoli, precisando su TripAdvisor: «Conosco molto bene la mia città e come funzionano le cose». Come dire, un sigillo di garanzia. Fino a qualche ora fa, all’escursione (fissata per oggi, al costo di 25 euro a testa) avevano aderito sette turisti stranieri. L’iniziativa prevede un vero e proprio tour della città alla scoperta della Napoli peggiore, con tappe nel centro storico, a Forcella e nei Quartieri Spagnoli.
Il tweet del sindaco di Napoli
Interpellato dal Mattino, il 26enne non pare scomporsi più di tanto, nonostante il clamore che la sua iniziativa sta suscitando in città e non solo: «Non faccio parte del sistema e non lo esalto - ha detto - mostro solo come funziona, per quello che si può vedere e senza mettere a repentaglio il portafoglio di nessuno». E ancora: «All'estero non fanno distinzioni tra mafia e camorra, per questo l'iniziativa si chiama Mafia tour».
Ora, il problema è sì l’iniziativa in sé (che per ora è confermata per le 16, con partenza dalla stazione), ma c’è anche un altro fatto che non va sottovalutato, ovvero la facilità con cui chiunque ha la possibilità di scrivere - e a questo punto anche di promuovere - qualsiasi cosa su portali frequentatissimi come lo sono TripAdvisor ed Airbnb. Qui non si tratta neppure della necessità di richiedere profili “certificati” per poter interagire (cosa che sarebbe comunque buona e giusta, come da sempre auspichiamo), perché in questo caso tutto è stato fatto alla luce del sole,
in barba al buongusto e ai controlli che queste piattaforme continuano a sostenere di effettuare in maniera capillare, ma evidentemente inefficace.