La multa più salata di sempre - 2,4 miliardi di euro - che Bruxelles ha inflitto a Google per «abuso della sua posizione dominante» nel pubblicizzare prodotti online è destinata a trascinare con sé conseguenze che potrebbero toccare molti settori e assumere contorni dai più “leggeri” ai più “pesanti”. Sì, perché quando di mezzo c’è un colosso come Google, quando l’Europa (in questo caso rappresentata dal commissario europeo alla Concorrenza) e gli Stati Uniti (Google in questo frangente) entrano in conflitto, quando si parla di commercio, di online e di concorrenza tutti alzano le antenne.
E allora ecco che lo scenario più preoccupante che potrebbe aprirsi sarebbe quello di uno scontro diplomatico, economico, culturale forte tra Stati Uniti ed Europa dal momento che tutti ora si chiedono quale sarà la reazione dell’imprevedibile Donald Trump di fronte a questa situazione. Margrethe Vestager, il commissario europeo alla Concorrenza, è ormai considerata il nemico numero uno dalle multinazionali americane, dopo che lo scorso anno ha imposto ad Apple di restituire all'Irlanda 13 miliardi di euro in tasse evase. Bruxelles assicura di non essere influenzata dalla crisi politica in atto tra Europa e Stati Uniti, ma c’è come il sospetto che il numero uno statunitense non sia della stessa idea.
Da un punto di vista economico e giuridico la battaglia non è che agli inizi. Mountain View ha sempre rivendicato la sua innocenza e ha definito le accuse «errate da un punto di vista dei fatti, del diritto e dell'economia». Google è da tempo sotto la lente delle istituzioni europee e ha già a suo carico due altre indagini dell'Antitrust: una riguarda AdSense e un'altra gli smartphone Android. In entrambi i casi, l'Ue potrebbe sanzionare il gigante californiano con multe monstre, potenzialmente pari al 10% dei suoi guadagni annuali: si parla di 9 miliardi di dollari per ciascun caso.
Il terzo scenario è stato aperto dal presidente della Commissione bilancio Francesco Boccia il quale in un’intervista all’Huffington Post ha detto che la sanzione dell'Antitrust Ue certifica il fallimento delle politiche della Commissione Europea. Secondo Boccia non è ammissibile che gli altri membri della Commissione, come il titolare del Commercio Malmstrom o quello del mercato digitale unico Ansip, non sapessero nulla e che non siano intervenuti prima. «Possibile che il braccio destro non sappia cosa fa il braccio sinistro? Le multe sono sinonimo di politiche fallimentari, vuol dire che i buoi sono già scappati. Quando intervieni con una sanzione di questa consistenza vuol dire che il sistema nel suo insieme ha fallito. Stiamo vivendo dentro la più grande rivoluzione del capitalismo moderno. Oggi i dati valgono più del cemento, è saltata la catena del valore di Porter in tutti i settori. Ma fino ad oggi la Commissione non ha avuto il coraggio di costruire un campo da gioco nuovo sul funzionamento del capitalismo».