Che ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie e i locali pubblici in genere siano luoghi dove gli assembramenti sono molto probabili e pericolosi per il diffondersi del contagio è cosa nota, quasi scontata. Ma è altrettanto vero che metterli in sicurezza con un ragionamento più approfondito e concreto sia un dovere, un impegno che il Governo attraverso il Comitato scientifico e ascoltando le associazioni di categoria si deve prendere. Se poi una soluzione oculata non si dovesse trovare, si può accettare, ma che ristoranti e bar siano stati messi in fondo alla lista di aperture quasi a priori non sta bene. Soprattuto sembra una follia l'idea di tenere 4 metri di distanza fra un tavolo e l'altro. Non è un caso che la Fipe sia subito intervenuta duramente su questa ipotesi definendola un modo per uccidere definitivamente la ristorazione dal momento che l'80% delle attività non potrebbe più riaprire.
Camerieri con mascherine e clienti solo alla cassa e in bagno
Il Comitato scientifico incaricato dal Governo sta stabilendo le regole per la riapertura (tardivamente, va detto, con
tutti i rischi annessi) accendendo la speranza degli addetti ai lavori di poter tornare a servire ai tavoli prima di quell’1 giugno stabilito dal decreto per la Fase 2 che
nessuno nel settore ha digerito. E leggendo le disposizioni che sono trapelate vengono confermate punto per punto le
proposte che come Italia a Tavola abbiamo suggerito nelle ultime settimane, forti anche del
Protocollo di Sicurezza stilato dalla Fipe proprio per dimostrare come ripartire in sicurezza sia possibile, senza necessariamente mangiare con un pannello di plexiglass davanti al naso.
La speranza, concreta, è che
le Regioni possano decidere se e quando far ripartire il mondo della ristorazione dopo
il 18 maggio, giorno in cui di fatto tutti i negozi alzeranno nuovamente le saracinesche. Il dialogo con il Governo sta andando avanti insistentemente (
in Svizzera hanno deciso in 5 giorni) e la partita si gioca sempre sull’enorme danno economico che ad ogni giorno di chiusura si fa sempre più profondo.
Ebbene, l’obiettivo di ogni indicazione resta sempre quello di allontanare le persone ed evitare che restino in piedi, senza una destinazione precisa in cui rimanere.
Questi i punti principali su cui ci dovrebbero essere regole:
- Prenotazione del tavolo. È un punto centrale: è impensabile rimanere in piedi ad aspettare il proprio turno.
- Distanziamente su ogni tavolo fra i commensali. Se chi è seduto non è convinvente allora la distanza dovrà essere di 1,20 metri.
- Distanza tra tavoli. Qui la maglia si allarga: si dovrà non solo tenere conto della lontananza tra clienti, ma consentire anche al personale di muoversi con agio e mantenendo a sua volta le distanze. Almeno 2 metri fra un tavolo e l'altro (c'è chi scrive 4 metri fra un tavolo e l'altro, ma francamente sarebbe una misura che impedirebbe praticamente a chiunque di aprire un locale)...
Mascherine per i clienti:
- quando si sta seduti non serve la mascherina (e ci mancherebbe, come si farebbe a mangiare?).
- Ma bocca e naso dovranno tornare coperti quando ci si alza per andare al bagno o alla cassa.
- Ogni altro tipo di spostamento, non è consentito.
Mascherine e protezioni per il personale:
- Regole ferree anche per il personale pure a livello di dispositivi di protezione.
- Il personale di sala, i cuochi e chi sta in cucina dovranno sempre indossare le mascherine e i guanti.
- Alle casse e all’ingresso dovranno esserci i dispenser.
Detto delle persone, degli interventi urgenti vanno fatti anche sulle strutture principalmente per garantire:
- la ventilazione;
- il lavaggio delle stoviglie.
Anche se qui ci sono già tutte le norme di Hccp in uso.
Bar/pasticcerie/gelaterie
- la distanza dal bancone dovrà essere di 1, 20 metri (non è chiara l'indicazione, si presume possa intendersi la distanza fra barista e consumatore al di à del bancone.... o al più dal centro del bancone);
- la distanza fra l epersone dovrà essere di 2 metri:
- dovranno esserci erogatori del disinfettante;
- tutti i locali dovranno essere sanificati e puliti più volte al giorno.
Anche in questo caso tuttavia non si potrà comunque stazionare all’interno o fermarsi in più persone in attesa di essere serviti.
Così hanno riaperto i ristoranti in Cina e Corea del Sud
Gli scienziati raccomandano di favorire la sistemazione dei tavoli all’aperto anche se i clienti dovranno stare tutti seduti e non sarà possibile fermarsi in piedi in gruppo come accadeva prima dell’epidemia.
Il Comitato scientifico sta studiando anche come far ripartire gli stabilimenti balneari.
Parlando di misure pare che l’orientamento sia quello di creare postazione di 10 metri quadri ciascuna per poter posizionare lettini e ombrelloni. In tal modo si garantirebbe il distanziamento tra i clienti che dovranno - anche qui - comunque prenotare in anticipo l’ingresso e comunque andare scaglionati per evitare gli assembramenti e nelle aree comuni dove dovranno essere seguite le stesse regole di bar e ristoranti per quanto riguarda i posti di ristoro.
Vietato l’accesso ai venditori ambulanti e a chi non ha il posto.
Saranno utilizzati gli steward per regolare la permanenza sugli arenili e anche l’uso delle attrezzature comuni che dovranno comunque essere sanificate.