Le discoteche prima del 7 settembre non riapriranno. Lo ha deciso il Tar, respingendo questa mattina le richieste presentate d’urgenza dal Sindacato dei locali ballo contro l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Il Tribunale amministrativo ha detto no, quindi, alla sospensione cautelare urgente dell’ordinanza. La decisione è arrivata dal presidente della terza sezione quater del Tar del Lazio con un decreto monocratico con il quale ha respinto la richiesta proposta dal Silb-Fipe, Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo. Nel frattempo è stata fissata al 9 settembre l’udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale del ricorso.
Oltre alla chiusura delle discoteche, l’ordinanza del 16 agosto del ministro della Salute ha introdotto l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici dove c’è il rischio assembramenti. Ora potrebbe ripartire anche il tavolo di confronto tra Governo e gestori, dopo che l’Esecutivo aveva fatto saltare l’incontro previsto per ieri pomeriggio, proprio in attesa del pronunciamento del Tar.
Il Tar Lazio, nell’ordinanza presidenziale spiega anche che «la natura dei danni ne consente in linea di principio la successiva reintegrazione anche per equivalente, nel caso che il giudizio abbia esito favorevole alla parte ricorrente» e fa cenno anche alla «comune volontà della Conferenza dei presidenti delle regioni e del ministero dello Sviluppo economico di aprire con immediatezza un tavolo di confronto con le Associazioni di categoria, al fine di individuare gli interventi economici di sostegno nazionali al settore».
La replica dei gestori non si è fatta attendere: «Fino al 7 settembre staremo chiusi e ora prolifererà l'abusivismo - dice Maurizio Pasca, presidente del Silb - L'ordinanza del ministro non sta facendo altro che incentivare l'abusivismo. Siamo già in possesso di centinaia di video di feste abusive in ville che sfuggono a ogni controllo. In un filmato con giovani che addirittura si dichiarano positivi al Covid».
«Quando, il 9 settembre si entrerà nel merito della questione - spiega Lamberto Ferrara, avvocato del Silb - potrebbe profilarsi l’opportunità di un risarcimento del danno. Se infatti l’ordinanza fosse dichiarata illegittima, le discoteche rimaste chiuse dal 17 agosto avrebbero diritto al risarcimento del danno pieno. Non parlo solo agli imprenditori, ma dei lavoratori e le loro famiglie».
«E non abbiamo considerato l’80% dei locali, chiuso da fine febbraio. Aziende che devono pagare affitti, tasse, stipendi. Alcune stanno già portando i libri in tribunale - conclude Maurizio Pasca - Al problema economico si aggiunge quello sociale: dove si concentreranno ora i ragazzi? Abbiamo già notizia dei primi rave, di feste abusive organizzate e promosse attraverso i social. Il virus lì non c’è?! Non sarebbe stato più saggio farli radunare in luoghi sanificati, con capienze controllate e registrazione dei partecipanti?».