Termoscanner all’ingresso, ingressi su prenotazione e distanziamento di un mtro e e mezzo. Sono queste le proposte del Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo aderente a Fipe Confcommercio, per far riaprire le discoteche almeno in estate. Questi locali sono chiusi da febbraio e di fatto, a differenza degli altri esercizi pubblici, non c’è ancora una data certa di riapertura. Nelle scorse settimane era ventilata anche l’ipotesi che potessero rimanere chiusi addirittura fino a settembre. Una prospettiva drammatica per un settore che in Italia conta 2.500 imprese che danno lavoro a 50mila addetti.
Maurizio Pasca
Per questo il mondo della notte si sta muovendo, nella speranza che con l’arrivo della bella stagione possano riaprire almeno i tanti locali all’aperto che popolano soprattutto le località di villeggiatura, ma non solo. Sono tante le discoteche in Italia che da giugno a settembre traslocano all’aperto anche nelle città e il rischio (purtroppo ancora concreto) che possano ritrovarsi con le porte chiuse rende pesante la prospettiva di un intero comparto, che vale 4 miliardi di fatturato all’anno.
E proprio sui locali all’aperto sta spingendo il Silb, che punta a far ripartire il comparto proprio con l’arrivo della bella stagione, rispettando le regole imposte a tutte le attività commerciali e produttive in questa fase 2 dell’emergenza coronavirus. «Siamo pronti a riaprire al pubblico, rispettando il distanziamento sociale – spiega
Maurizio Pasca, presidente del Silb – Possiamo predisporre la misurazione della temperatura all'ingresso con i termoscanner e fare in modo che si entri solo su prenotazione, fornendo le proprie generalità».
Compito dei locali sarà anche quello di formare il personale della sicurezza, per garantire il rispetto delle regole di distanziamento. «La situazione delle discoteche è drammatica – evidenzia Pasca – Se dovessimo essere autorizzati a riaprire soltanto in autunno, il 20% dei locali non riaprirà mai più. Ma se, come ho letto, la riapertura dovesse slittare a marzo 2021, il 70% del settore chiuderà i battenti per sempre».
«Siamo stati responsabili, chiudendo prima di tutti – dice ancora il presidente del Silb – ma ora chiediamo al governo di sostenere un settore che dà lavoro e di cui, fino ad oggi, non si è parlato quasi per niente». Tra marzo e aprile il Silb, insieme anche alle associazioni di categoria dei Dj, ha scritto due lettere al presidente del consiglio chiedendo la soppressione di tasse e tributi per l'anno in corso. Rischieste che al momento sono rimaste lettera morta.