Quante suggestioni di nuovi approcci all’esperienza del mangiare al ristorante scaturiscono dall'uso di soluzioni studiate dai soggetti leader dell’economia digitale. Quanto cambia il rapporto degli italiani con il cibo e quanto lavoro devono fare i ristoratori per soddisfarli.
Soffermiamoci, onde fare focus sull’intrigante tematica, su due “preposizioni articolate” della lingua italiana; e quindi: “stasera mangiamo al ristorante” oppure “stasera mangiamo (piatti) del ristorante”. A dirla diversamente: siamo noi che andiamo al ristorante oppure è il ristorante che viene da noi? Qual è lo stato desiderato, sovente nelle ore serali, all’approssimarsi di un primo appetito ed al contestuale approssimarsi di un gaio momento conviviale, posto che, svariati e tanti i motivi, non si voglia uscire di casa e non si voglia cucinare?
Il menu consultato online
Risposta: un ottimo pasto, comodo da ordinare, pratico da pagare e tempestivamente recapitato a domicilio in permanenza delle migliori condizioni di consumo. È il fenomeno emergente del food delivery, oramai ben più ampio di una piccola e poco significativa nicchia. Fenomeno evolvente per come impatta sulle giovani generazioni che vivono nei grandi e medi centri urbani e per come si giova di agevole tecnologia di contorno che ribalta il modo di fruire di oggetti con i quali si ha confidenza. Quali? Prendiamo un primo caso: il menu.
Il menu, quell’oggetto cartaceo, una volta sovente miserello, unto e sgualcito, oggi - nell'economia digitale - ben pretenzioso, poderoso, da sfogliare con meticolosa attenzione nel mentre si presta anche orecchio al maître/cameriere che illustra e suggerisce i cosiddetti fuori menu. Ecco, nello scenario dell’order online, quale che sia il passo successivo, ovvero food delivery (me lo porti fino a casa) oppure take away (passo a prenderlo io al ristorante), il menu cessa di avere solo supporto cartaceo e diviene invece l’offering dell’istante consultabile online, interattivo e attira clienti, con l’ovvia conseguenza che anche la comanda viene effettuata on line.
Ma è “solo” questo? È solo una commutazione di stato da carta a pixel su schermo di smartphone/tablet/pc? No, è molto di più. Puntando lo smartphone su una specifica voce di menu interattivo, sul display consulteremo opinioni e foto del piatto “mirato”. E di sono queste opinioni e da chi sono state scattate queste foto? Semplice: da chi prima di noi ha già visitato il ristorante ed in maniera “certificata” ha mangiato proprio quella pietanza. Questa “certificazione” è resa possibile da un’applicazione di blockchain che è volta a responsabilizzare il cliente oltre che il ristoratore. Ma su questo tema della blockchain abbiamo già detto ed ancora diremo in futuro.
Ordine di pizza online
Dunque, realtà aumentata qui applicata al menu del ristorante. Stato del divenire, ma non attuale? No, già attuale con l’applicazione Google Lens, correlabile alla ben più nota e fruita applicazione Google Mas. L’indicazione, di preciso, ha nome “popular dishes” ed è disponibile sulle schede dei ristoranti trovati tramite ricerca su Google Maps. Ed eccoci ad un’altra situazione innovata. Mediante Google Maps con l’applicazione Google Search, si arriva ad ordinare online direttamente, ovvero senza dover adoperare (previo download) le singole app dei players dei servizi di consegna a domicilio. Perché in quell’allegoria che ci riporta a Siena e che vede nella Torre del Mangia la cucina e nella piazza del Campo la sala, una tecnologia sempre più invasiva ed appropriata consente di ampliare il business della ristorazione.
Incremento di produzione in cucina, con quanto ne consegue in termini di nuovi strumenti e nuova prassi organizzativa, e metamorfosi del lavoro di sala. Una sala virtualmente molto più ampia, con uno spiccato aumento dei posti a tavola. Le tavole dei clienti nelle loro case. Quei clienti che, occhio alla preposizione articolata di cui si diceva, non vanno a mangiare “al” ristorante, bensì, grazie ad un confortevole ed affidabile sistema di food delivery, mangiano (piatti) “del” ristorante.