Torna lo spettro di un aumento dell’Iva per il settore della ristorazione: dopo giorni di smentite e retromarcia, e nonostante i messaggi di disapprovazione lanciati da più parti, l’ipotesi è ancora al vaglio del Governo, che in queste settimane sta mettendo a punto la Manovra di bilancio, alla ricerca di soldi per sostenerla. Una misura come l’aumento dell’Iva per il settore della ristorazione colpirebbe in maniera trasversale milioni di italiani per cui un pasto fuori casa fa ormai parte dei consumi quotidiani, per necessità o per stili di vita consolidati e condivisi.
L'aumento dell'Iva sulla ristorazione non è ancora escluso
È quello che sostiene la Fipe, Federazione italiana dei pubblici esercizi: «Se qualcuno stesse pensando di aumentare l’Iva sulla ristorazione - interviene il presidente,
Lino Stoppani - deve sapere che ogni giorno 12 milioni di persone pranzano fuori casa per motivi di lavoro o di studio. Per queste persone sarà difficile se non impossibile evitare gli effetti di un aumento della tassazione che impatterà negativamente sui prezzi. Come se non bastasse avremo un effetto recessivo sull’unico settore che ancora mostra segni di vitalità nell’ambito della filiera agroalimentare. Una politica lungimirante spinge la crescita, non la frena».
Lino Stoppani
Un panino in pausa pranzo dal lavoro, un caffè al bar, o una semplice pizza con la propria famiglia «non possono essere considerati come un lusso - è la convinzione di Fipe - se, come dichiarato a più riprese, si vogliono far ripartire i consumi non è certo questa la strada da seguire».