Luca Natalini ha alzato bandiera bianca e ha scelto di dire basta all’avventura di Autem, il ristorante aperto un anno fa nel parmense, a Langhirano. «Non voglio finire in modo marcio - ha detto - insistere ora vorrebbe dire indebitarmi e questa idea non mi va».
Luca Natalini
All’origine della scelta di chiudere c’è inevitabilmente
la situazione di emergenza dettata dal coronavirus che ha costretto lui e tanti colleghi a chiudere prima e a guardare al futuro con negatività oppure, appunto, a non riaprire. L’annuncio è arrivato tramite il profilo ufficiale Facebook e ha subito raccolto numerosi commenti dispiaciuti a testimonianza del fatto che il progetto fosse partito forte e stesse continuando ancora meglio.
«Ogni imprenditore sa che aprire un’attività comporta rischi - ha spiegato il cuoco - un po’ come lanciare un dado: al 50% può andarti bene e al 50% può andarti male. In questa situazione però proseguire,
insistere, sarebbe come giocare d’azzardo: troppi i rischi, troppe le incertezze, basti pensare che ancora mancano le linee guida sulla sicurezza».
La cucina di Autem
La saggia, per quanto dolorosa, scelta di Natalini inquadra al meglio il periodo che sta vivendo la ristorazione. «La nostra giovanissima età - ha proseguito - non consente di ricevere schiaffi come quelli di questo periodo senza soffrire. Abbiamo voluto pagare i nostri dipendenti e i fornitori per non lasciare scoperto niente, ma non potevamo permetterci di proseguire. Potevamo provarci per un anno, ma a quale pro? Con quali prospettive?».
Profondo anche il pensiero su ciò che sarà il dopo coronavirus per la ristorazione. «Io credo che ci sia bisogno di fermarsi - ha risposo Natalini - e vedere che direzione prenderà il settore, capire cosa chiederanno i clienti, come e quando. La qualità dell’offerta pagherà sempre, ma bisognerà vedere come sottoporla alla clientela».
Luca Natalini e la sua pasta bianca
L’avventura di Autem avrebbe compiuto un anno esatto a maggio dopo che Luca Natalini ci aveva scommesso subito colpito da un colpo di fulmine. Nato come sala per eventi, Autem era diventato un ristorante vero e proprio anche grazie al supporto della famiglia Galloni. Apprezzato per i suoi piatti e il suo stile, Natalini aveva rubato il cuore di molti con la sua Pasta Bianca.