Anatra - chef Alessandro Caputo
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Patisserie - chef Alessandro Caputo
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Fascino, stile, eleganza. Si presenta così The Flair - Rooftop Restaurant, il nuovo locale appena aperto sulla terrazza dell'hotel Sina Bernini Bristol, a Roma; 40 coperti nella centralissima piazza Barberini.
Il progetto è della famiglia Bocca, proprietaria del gruppo alberghiero Sina Hotels, la cucina, invece, è affidata al giovane chef
Alessandro Caputo. L’obiettivo è la ricerca continua dell’eccellenza, nella ristorazione come nell’accoglienza. Per attirare la curiosità dei suoi ospiti, lo chef propone un menu degustazione di 7 portate a sorpresa (100 euro a persona), in cui i piatti si scoprono man mano che vengono serviti a tavola.
Alessandro Caputo
In ognuno di essi, tiene a precisare Caputo, l’ingrediente resta incontaminato, trattato con rispetto ed esaltato con la giusta cottura e l’abbinamento equilibrato dei sapori in modo che possano esplodere in bocca in tutta la loro vitalità. «Vorrei che alcuni dei miei piatti venissero assaporati a occhi chiusi per permettere di sprigionare tutta la loro potenza - dice lo chef - Il mio menu degustazione si chiama “Buio” proprio perché non viene svelato agli ospiti ma rivelato al tavolo man mano, in un susseguirsi di sapori che fanno sentire sulle montagne russe. Infatti, secondo la mia visione, i sapori sono esaltati non da un crescendo ma da una successione di continue variazioni e sorprese. Il mercato e la stagionalità danno il tocco finale».
Oltre al menu degustazione, la carta si articola su ispirazioni che partono dalla Sicilia, terra natia dello chef, ma che attraversano varie regioni d’Europa. Lo chef Caputo accoglie i propri ospiti con piccoli piatti di benvenuto: si parte con una Crema di patate con tentacoli di polpo e polvere di alghe, i Bon bon di baccalà con gelatina di cipolle rossa, il Carciofo fritto con maionese di aglio selvatico. Come amuse bouche per la stagione invernale c’è una crema di ceci, stracciatella con basilico e pepe, crema di curcuma e pane fritto. Un tocco di particolarità è dato dall'olio monocultivar calabrese, da degustare col pane croccante per sentire tutti gli aromi dei pomodori verdi, replicando la sensazione genuina del frutto appena colto dalla pianta. Uno dei piatti da provare è la "Non parmigiana", «un piatto da mangiare a occhi chiusi, in quanto la vista può ingannare», dice lo chef.
La "Non Parmigiana" dello chef
Al posto della classica ricetta viene proposta una versione molto innovativa in cui la mozzarella viene ridotta in sottilissime striscioline di sfoglia su cui vengono disposte crema di melanzane, fiocchi di melanzane fritte, ristretto di pomodoro, basilico e olio in polvere. Il tutto si arrotola e gusta in un sol boccone. Si ritrovano influenze venete in altri piatti come il Baccalà crudo con semi di pomodoro, basilico, polvere di capperi e maionese ai capperi con una sottilissima cialda di polenta fritta, che crea un mix di consistenze morbide, fresche e croccanti.
E poi ancora spaghetti all'aglio e olio di mare fatti con una crema di tartufi di mare, Raviolo di pistacchio con pioppini e consommé di funghi, Manzo Marango accompagnato da piccole verdure di stagione e gambero crudo e foie gras, pane croccante, aria di bisque e gelée al limone.
Per informazioni:
www.sinahotels.com