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Smart working nelle camere d'hotel Così gli alberghi cambiano pelle

Le strutture d’accoglienza provano a reinventarsi per fare fronte alla crisi del turismo che sta colpendo il settore dell’accoglienza. Le tariffe (a carico delle aziende) partono da 49 euro al giorno.

 
07 luglio 2020 | 11:11

Smart working nelle camere d'hotel Così gli alberghi cambiano pelle

Le strutture d’accoglienza provano a reinventarsi per fare fronte alla crisi del turismo che sta colpendo il settore dell’accoglienza. Le tariffe (a carico delle aziende) partono da 49 euro al giorno.

07 luglio 2020 | 11:11
 

Lavorare in smart working uscendo di casa, ma senza andare in azienda. Dove? In una camera d’albergo. A provare questa nuova strada sono gli stessi hotel, che messi in ginocchio prima dall’emergenza sanitaria e ora dalla crisi economica che sta paralizzando il turismo, ora provano a reinventarsi, mettendo a disposizione alcune delle loro camere per le aziende che intendono lasciar proseguire il lavoro dei loro dipendenti lontano dall’ufficio.

Le camere di hotel si trasformano in luoghi di smart working - Smart working nelle camere d'hotel Così gli alberghi cambiano pelle

Le camere di hotel si trasformano in luoghi di smart working

Non più, dunque, soltanto sale di ristorante private, nuovi modi di fare colazione, servizio di tavola calda e di caffetteria, ma anche messa a disposizioni di spazi (in questo caso di camere) per far lavorare le persone. L’iniziativa parte da DayBreakhotels.com, una start up nata nel 2014 con lo scopo di rendere disponibili anche di giorno stanze e servizi di hotel di lusso. Ora, con la situazione di difficoltà che si è creata con l’epidemia di Covid, l’azienda ha pensato di proporre agli hotel anche questa nuova possibilità.



Piuttosto che lavorare da casa, le persone potranno ricreare il loro ambiente lavorativo in una lussuosa stanza d’hotel: camera con scrivania e wi-fi, zone business per riunioni e conference call, senza dimenticare gli standard di igiene e rispetto di protocolli di sanificazione, con la possibilità di fare un break sfruttando i servizi degli hotel, come palestra, piscina, giardini e ristoranti. Le strutture affiliate sono più di 5.000 in Italia e nel mondo.

Le camere e gli appartamenti sono prenotabili per lo smart working per un giorno (offerte da 49 euro con orario dalle 8 alle 20), una settimana lavorativa (offerte da 199 euro per 5 giorni) o anche per un mese, una spesa evidentemente a carico dell’azienda che utilizza il servizio per i suoi dipendenti.

«La sfida è rivoluzionare il concetto dell’hotel - dice Simon Botto, ceo di DayBreakHotels.com, interpellato dall’Agi - rendendolo uno spazio liquido in grado di trasformarsi in ciò di cui il cliente ha bisogno e sfruttando così tutto ciò che queste strutture hanno da offrire: pensiamo a piscine, sale meeting, spa e ristoranti per a una clientela più ampia che non va in hotel solo per pernottare. Oggi la nostra visione ci permette di aiutare sia le strutture partner, per alcune delle quali siamo attualmente il principale canale distributivo, sia le molte società con cui collaboriamo, interessate ad offrire ai loro dipendenti la possibilità di usare i nostri hotel per il loro smart-working. Innovare generando nuovo valore e assecondando i bisogni nascenti degli hotel e dei clienti è sempre stato il nostro obiettivo e lo è oggi più che mai».

Resta da capire se e in quale misura le aziende – peraltro pesantemente danneggiate dalla crisi – sono disposte a pagare per questo tipo di servizio, che pure consente di rispettare le nuove norme anti-Covid, creando le condizioni ideali per i lavoratori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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