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Barù apre un ristorante a Milano: “Sarà come me, un po' Maremma e un po' America”

Dopo l’avventura al Grande Fratello Vip, Gherardo Gaetani, alias Barù, lancia un temporary restaurant chiamato “Braci”, aperto dal 10 maggio al 30 luglio: “Non si mangerà solo carne”

di Luca Bassi
 
23 marzo 2022 | 18:46

Barù apre un ristorante a Milano: “Sarà come me, un po' Maremma e un po' America”

Dopo l’avventura al Grande Fratello Vip, Gherardo Gaetani, alias Barù, lancia un temporary restaurant chiamato “Braci”, aperto dal 10 maggio al 30 luglio: “Non si mangerà solo carne”

di Luca Bassi
23 marzo 2022 | 18:46
 

Chiamatelo Gherardo, chiamatelo Barù, chiamatelo un po' come preferite. Ma non chiamatelo enologo perché, anche se spesso viene presentato così, lui un enologo non è. E ci tiene a precisarlo. Gherardo Gaetani dell'Aquila D'Aragona, classe 1981, balzato agli onori della cronaca per essere stato un concorrente di spicco dell'ultima edizione del Grande Fratelli Vip, potete etichettarlo solo come “buongustaio”. A lui piace: «Sono cresciuto in una famiglia matriarcale nella quale c'erano anche nonna e bisnonna - ci spiega -. Ricordo che venivano organizzate almeno tre-quattro cene gourmet a settimana nelle quali si mangiava e si beveva in un certo modo. Le cucine di casa mia erano un po' come quelle di un ristorante. Io il buon cibo e il buon vino li ho conosciuti sin da bambino, anche se penso che il buongusto, in certe cose, sia innato».

Barù Gaetani  Barù apre un ristorante a Milano: “Sarà come me, un po' Maremma e un po' America”

Barù Gaetani

Barù, tra Stati Uniti e Maremma 

Nella sua vita si è diviso tra Stati Uniti e Maremma, ha prodotto vini e partecipato a programmi tv di grande successo (come giudice di Cuochi e Fiamme o come concorrente, insieme allo zio Costantino della Gherardesca, di Pechino Express). Oggi Barù si dedica a tempo pieno alle sue passioni: «Non sono un cuoco, non sono uno chef, non sono un enologo. Sono solo un comunicatore del buongusto. Ecco, questa è la definizione perfetta: comunicatore del buongusto - sottolinea - Sin da piccolo questo mondo è stata la mia grande passione: ricordo che volevo provare, volevo guardare, volevo assaggiare. La mia famiglia ha sempre avuto un'azienda agricola e gran parte di quello che arrivava sulle nostre tavole era di produzione nostra, dagli ortaggi alla carne, tutto fresco».

Si sente distante dal mondo di oggi dove a farla da padrona sono carni confezionate e verdure surgelate?
Molto. E tutto questo è gravissimo, soprattutto in un Paese come l'Italia che ha territori e prodotti unici. Trovo che sia assurdo, ad esempio, acquistare il pollo surgelato: primo perché può far male alla salute - e spesso è così -, secondo perché mangiando quei tipi di cibi perdiamo il senso del gusto.

È la tendenza di questi ultimi anni: il comodo a discapito del gusto.
Vero. Pensate che ci sono ragazzi che non hanno mai assaggiato il sapore di una carne buona o di una verdura fresca.

Anche se negli ultimi anni i giovani hanno dimostrato di essere più attenti a questi temi e tra le nuove generazioni sono aumentati vegetariani e vegani. Cosa ne pensa?
Questo è sicuramente un bene perché significa che, finalmente, si inizia a prestare attenzione a quello che si mangia. Io sono stato vegano per un mese e ho capito che non fa proprio per me. Ma un messaggio lo voglio mandare anche a vegetariani e vegani: fate comunque attenzione a cosa mangiate perché, se è vero che gli allevamenti intensivi sono uno dei mali del pianeta, anche le monoculture stanno facendo disastri.

Quindi bene vegetariani e vegani, ma...
Ma attenzione a quello che si mangia, sempre e comunque.

Barù apre un ristorante a Milano: “Sarà come me, un po' Maremma e un po' America”

Nelle ultime settimane si è parlato molto di Barù per la sua presenza al Grande Fratello Vip. Si aspettava di chiudere al terzo posto?
No, io volevo vincere... (ride). Scherzo ovviamente. La cosa che mi ha fatto più felice è il sapere che sono stato capito dal pubblico di massa che, prima di questa avventura, non era proprio il mio target.

 Lei, tanto abituato al contatto con la natura, come ha fatto a sopravvivere in una casa blindata, con tanta gente, con – perfino – un giardino in erba sintetica?
Quello per me era un ambiente ostile. Non vedere un orizzonte per giorni e giorni è stata la cosa più traumatica. Pensate che c'erano delle erbacce che a un certo punto hanno iniziato a spuntare tra l'erba sintetica: io, quando crescevano, le andavo a toccare e poi mi annusavo le mani.

Quindi non è stato facile?
È stata una delle esperienze più difficili della mia vita.

E cosa le hanno dato questi tre mesi nella casa del Grande Fratello?
Mi hanno fatto capire che, se voglio, posso fare qualsiasi cosa. Che ho tanta pazienza. Che posso sopravvivere anche in ambienti ostili. Forse mi ha dato anche un'apertura verso le altre persone, ora ascolto un po' di più. Per me è stato davvero un test durissimo: probabilmente avrei preferito fare tre mesi da solo in una foresta.

Perché è piaciuto così tanto il personaggio Barù al grande pubblico?
Perché sono stato davvero me stesso. In questi casi è una frase che può sembrare di circostanza, ma è stato veramente così. Credo che alla fine la gente da casa abbia capito che, se anche faccio due battute scorrette e qualche rutto, sono una persona buona ed educata. Non sono uno stronzo, ecco.

Si è parlato tantissimo del suo rapporto con Jessica Selassiè, soprattutto una volta finita l'esperienza nella casa. 'Stanno insieme o non stanno insieme?' è il ritornello che si ripresenta quando si parla di voi. Lei come gestisce questa, chiamiamola così, pressione mediatica?
Onestamente non m'interessa, è una cosa che non mi sfiora nemmeno. Ogni chiacchiera mi scivola addosso. Quando sono uscito dalla casa sono tornato alla mia vita di tutti i giorni: posto sui social ma evito perfino di leggere i commenti per non toccare questi argomenti.

Il suo rapporto con la natura?
Per me la natura è tutto, mi dà energia, mi fa respirare, mi rende felice. Non saprei come vivere senza il contatto con la natura. Mi sentirei strano se non guardassi il tramonto tutte le sere, se non stessi ad ammirare la luna, se non facessi una camminata nel bosco.

Barù apre un ristorante a Milano: “Sarà come me, un po' Maremma e un po' America”

Ma come è arrivato a produrre vini dopo aver studiato storia negli States?
Lavoravo in uno studio di avvocati in California e stavo per iscrivermi alla facoltà di Legge quando mi chiamò una zia per dirmi che stava per avviare una cantina in Patagonia. Mi chiese una mano per tre-quattro mesi, accettai e m'innamorai ancora di più del vino.

È stato amore a prima vista col vino?
A me il vino è sempre piaciuto, sin da quando ero bambino. È un mondo che amo, nel quale penso che tornerò tra qualche anno per produrre qualcosa che non è mai stato prodotto. Cercherò una terra sperduta da coltivare, magari in Tasmania.

Se stasera dovesse venire a cena a casa mia con che vino si presenterebbe?
Con un prosecchino rifermentato in bottiglia e un rosso leggero leggero, che ne possiamo bere tre bocce serenamente.

La brace è un'altra sua grande passione che presto culminerà in un progetto nuovo di zecca, un temporary restaurant a Milano. È vero?
Tutto vero. È un progetto che partirà a breve. Il temporary restaurant si chiamerà "Braci" e sarà aperto dal 10 maggio al 30 luglio, a Milano.

Dove?
La location non la possiamo ancora svelare perché non c'è nulla di firmato. Ma ne abbiamo trovata una che, se andrà in porto come mi auguro, sarà un posto da favola: semplice, con tanto spazio all'aperto, a contatto con la natura nonostante la città. Vedrete.

Ci dica allora qualcosa di più su "Braci".
Ci saranno quasi esclusivamente proposte alla brace. Tanti secondi e un solo primo: voglio proporre un piatto di pasta leggendario, probabilmente vegano, e basta. Tanta carne, ovviamente, ma anche tante verdure che stanno benissimo cotte sul fuoco.

Quindi un locale non solo per carnivori.
Assolutamente no. Trovo che le verdure cotte alla brace siano divine. Giusto qualche giorno fa ho mangiato per la prima volta un carciofo cotto alla brace e l'ho trovato squisito.

Quindi, come ce lo dobbiamo aspettare questo ristorante?
Per farla breve, sarà proprio come me: un po' Maremma e un po' America.

 

Guarda l'intervista integrale a Barù Gaetani 

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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