In meno di tre settimane, la famiglia Cerea ha ben due motivi per festeggiare questo 2021. Il 6 aprile, Da Vittorio compie 55 anni, ma è il 16 marzo la data che tutti - dai figli con le loro famiglie per arrivare ai dipendenti e collaboratori sparsi per il mondo - hanno atteso. Bruna Cerea, madre, donna appassionata del suo lavoro e imprenditrice illuminata, festeggia le sue prime 80 primavere.
Bruna Cerea Bruna, il cui vero nome è
Gioconda (in suo onore, al compimento dei 50 anni del ristorante nel 2016, i figli le hanno dedicato un lievitato che si chiama proprio così), ha indissolubilmente legato il proprio destino a quello di
Vittorio Cerea, il grande amore con cui ha costruito quella che oggi è considerata una delle più importanti dinastie gastronomiche mondiali.
Dall'amore con Vittorio al ristoranteSi conoscono nel 1960, entrambi residenti a
Bergamo in due vie parallele del centro città. Vittorio gestisce un piccolo bar, lei si innamora dei suoi occhi celesti. Un
colpo di fulmine, che cambierà la loro storia e anche quella della cucina italiana. Si sposano dopo tre anni, durante i quali Bruna comincia a sperimentare nella cucina di casa idee, che poi Vittorio porta al
locale e fa assaggiare ai clienti: tra questi torte e cannoli, cotti più volte al giorno, che ancora oggi fanno concludere in bellezza un pranzo al Da Vittorio. Nel 1964 nasce
Chicco, primo di una genia di figli d’arte (seguiranno
Francesco,
Barbara,
Roberto e infine
Rossella) che oggi sono orgogliosi alfieri di un nuovo modo di concepire il fine dining e l’accoglienza.
La data da segnare negli annuali per Bruna e Vittorio è il
6 aprile 1966 quando a Bergamo, in Viale Roma, dopo aver rilevato un ristorante in
fallimento, apre Da Vittorio: un’avventura che i due non potevano ancora sapere sarebbe diventata la pietra di fondamento di un percorso unico, costellato di
stelle Michelin. Il primo Da Vittorio combinava il talento, la passione e la genialità del patron con il rigore, la costanza, la dedizione della moglie.
Un percorso di successiDa lì è stato un susseguirsi di
tappe bruciate alla velocità della luce: il ristorante sempre pieno, la prima, inaspettata e felice stella guadagnata da Da Vittorio nel 1978, la seconda in tandem con i figli nel 1996, l’ultima, nel 2010, bellissima e insieme triste perché il patriarca era venuto a mancare 5 anni prima, poco dopo il trasferimento a
Brusaporto. Ed è proprio in quel momento difficile per tutti, che emerge ancora più forte il
carattere di Bruna, che prende per mano tutti, dai figli ai dipendenti, e li conduce verso nuove mete, infondendo coraggio e serenità. La famiglia è più unita che mai e tutti sono alla ricerca di nuovi orizzonti, in Europa come in Asia.
Lasciare? «Non ne sono capace»«Ogni tanto penso che dovrei
fermarmi, eppure non ne sono capace, sono troppo innamorata di quello che vedo qui e troppo grata per quello che qui ricevo», dice Bruna, sempre la prima ad arrivare al ristorante e sempre l’ultima a uscirne. E che non
rinuncia mai, nel giorno di chiusura, a cucinare per la sua tribù di figli, nuore, generi, nipoti.