Solo una piccola targa sulla porta di Palazzo Borghese, con aristocratica riservatezza, indica il Lounge Bar “In Salotto” e il ristorante “Adelaide”.
L'Hotel Vilòn è un
albergo charmant 5 stelle lusso, membro della Small Luxury Hotel of the World, 18 camere e suites con preziosi arredi. Tra velluti e opere d'arte della storica dimora dei principi romani, una vasta sala ospita il bar dove la protagonista è Magdalena Rodríguez, interprete di una mixologist fortemente creativa con suggestioni latinoamericane a base di Rhum, Tequila e Mezcal.
Il ristorante
Ma sa anche creare infusi e sciroppi con spezie e fiori di malva, di lavanda e boccioli di rosa. In carta ci sono 18 cocktails, dagli intramontabili a quelli più innovativi, tutti accompagnati da una serie di piccoli assaggi. Accanto alla sala bar, senza soluzione di continuità, c'è il ristorante “Adelaide”, con il giovane chef originario di Procida Gabriele Muro con la sua brigata di cucina e di sala. Ha dato il nome al locale Adelaide de la Roche Foucauld, moglie del Principe Scipione Borghese che in questa ala del palazzo istituì nel 1841 una scuola per ragazze indigenti.
Le sale sono quelle di allora, con un piccolo giardino interno, dopo una laboriosa ristrutturazione durata tre anni e rallentata - come racconta la direttrice del Vilòn Giorgia Tozzi - dai tanti vincoli imposti dalla Sovrintendenza. Gli interni sono stati curati dallo scenografo Paolo Bonfini; Masimo Listri è l'autore delle grandi foto sulle pareti. Boiserie, fantasie di tessuti e pezzi unici di stili diversi contribuiscono alla bellezza dell'insieme. Lo chef, 35 anni, già con molte esperienze all'estero e in Italia, con Pietro Leeman al Joia e da Achilli al Parlamento, ha portato qui la sua idea di cucina, con riferimenti campani e della sua isola, come i ricci di mare e il pescato.
Gabriele Muro
Ma in menu ci sono anche le sue Tentazioni Romane, con la Carbonara, l'Amatriciana e la Cacio e Pepe. Alcuni piatti si ispirano alla storia del palazzo, come l'Astice di Scipione, scottato con crema e sfoglie di rape allo scalogno o il Risotto del Cardinale, un Vialone mantecato con formaggi erborinati. Tra i primi piatti da provare nel menu, che cambia con le stagioni, l'Ajo Ojo e Baccalà con gli spaghettoni dei pastai Gragnanesi, il Nerone, ravioli di grano arso farciti di burrata, broccoli ed alici del Cantabrico, o i Paccheri saltati con calamaretti, spuma di zucca violina e crumble di olive. Tra i secondi ci sono la Triglia con le fave, le Linguine ai ricci di mare, il Vizio del Marinaio, sandwich di spigola, scarola ripassata, lattuga di mare e caviale, la Pezzogna con polvere di capperi e limone candito, Porgi l'Altra Guancia,un brasato di guancia su crema di carote speziate e nocciole del viterbese, o il Pollo Incavolato affumicato con senape e cavolo nero.
Magdalena Rodriguez
A curare la carta dei dolci è il pastry chef Andrea De Benedetto. Tra le sue creazioni più apprezzate il Non Sbirciare, un biscotto al cioccolato con pere speziate, semifreddo al gianduia, meringa al moscovado e nocciole, il Soufflè dal Cuore Grande con sfera al fiordilatte, o le Mele di Nonna Tetta con vaniglia, limone, cannella, pinoli e uvetta, chiaro riferimento familiare, e infine Mascalzone Italiano, una mousse al mascarpone, lime e ganache salata al pistacchio, con frolla sbriciolata e lamponi. Il menu degustazione, con 5 portate, costa 75 euro. Interessante la carte dei vini, con un'ottantina di etichette italiane, più vari champagne e spumanti. Ma vale la pena, da “Adelaide”, per cominciare al meglio una giornata, concedersi anche un breakfast con vari piatti a buffet e alla carta, con croissant, dolci appena sfornati, composte di frutta, taglieri di salumi e formaggi e uova in varie versioni.
O, la domenica, sperare in un sontuoso Sartu di riso, proprio come si mangia a Napoli. Lo chef, con la sua cucina mediterranea e contemporanea, ama definirsi il “cuoco di casa” in questa dimora aristocratica d'altri tempi che offre piacevolezza e un'atmosfera coinvolgente.
Per informazioni:
www.hotelvilon.com