Matias Perdomo prima, poi Vittorio Fusari e ora, alla guida delle cucine del Pont de Ferr, storica insegna sui Navigli milanesi, arriva il torinese Ivan Milani, reduce dall'esperienza di Piano 35.
Entrato da poco ma già padrone della situazione, Milani ha preso le redini di un locale che ha fatto la sua storia nella ristorazione meneghina, un locale che Maida Mercuri ha ideato al tempo a sua immagine e somiglianza, vale a dire contraddistinguendo l'ambiente con toni forti, volenterosi, competenti e se vogliamo un po' folli.
Com'era ieri, il
Pont de Ferr è anche oggi: del buon vino e una cucina vera e sincera, un format che dalla fine degli anni '80 gli ha assicurato un posto di rilievo anche oggi nella scena gastronomica milanese. Sono stati sei i cuochi che hanno contribuito a mantenerne forte la nomea, e dopo Perdomo e Fusari - quest'ultimo rimasto per tre anni - ecco arrivare Milani, a portare avanti il locale durante il suo 31° anno di vita.
«Non ho scelto Milano - ammette il torinese Ivan - ma il Pont de Ferr e Maida. Ho scelto il progetto più che la città. E le prime impressioni - così riporta al Gambero Rosso - l'accoglienza in brigata, la dimensione dei Navigli, mi stanno già ripagando». Non è una novità il suo arrivo, e non lo nasconde nemmeno: già tre anni prima, quando Vittorio cominciò lì e Ivan si stanziò al Piano 35, tra lui e Maida c'era aria di possibile collaborazione. «Ci stimiamo e ci conosciamo da tempo, l'idea di una collaborazione ci è sempre piaciuta: lei apprezza la mia cucina, io il suo entusiasmo e la sua competenza».
Ed ecco che Fusari lascia per potersi dedicare la sua famiglia, dopo aver ringraziato Maida con una lettera («con cui brinderò - scrive, riferendosi a lei, Fusari - ancora e ancora, con l'amicizia di sempre»), ed ecco che Maida richiama Ivan e gli propone di prendere il testimone.
E con l'arrivo di Milani ecco come cambia il menu: tre grandi classici del locale restano, perché rispettare la storia del luogo è giusto. Tuttavia, accanto ci sono le creazioni che Milani porta con sé, e intanto vengono macinate idee ancora in divenire, sulle quali il cuoco lavorerà nei prossimi mesi. Si lavorerà molto sulla stagionalità, con tre diversi menu degustazione: la Tradizione (quella del Pont), il Gioco (che sarebbe la cucina di Ivan) e la Follia, «un menu sartoriale, alla cieca, da 11 a 13 piccole portate, per provare la dimensione più sperimentale della nostra cucina».
Per informazioni:
www.pontdeferr.it