Un gioco di luci sulla facciata dell’Hassler, lo storico albergo di Trinità dei Monti, ha dato il via ad una grande festa per celebrare i 125 anni della sua nascita e i 40 anni di attività del proprietario Roberto Wirth.
«È un simbolo dell’ospitalità romana - ha detto la sindaca
Virginia Raggi nel suo messaggio - ed è diventato parte della storia di Roma». Ai tanti riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti da
Roberto Wirth nei quattro decenni della sua gestione si è aggiunta nell’occasione una speciale medaglia assegnatagli dal presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello di Vito.
Roberto Wirth insieme ai figli Veruschka e Robertino
Tra i rappresentanti delle istituzioni cittadine presenti alla cerimonia anche il vice sindaco,
Luca Bergamo,
Carola Penna, presidente della Commissione di Roma Capitale Turismo e
Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro. Intervenuto anche il ministro delle Politiche agricole,
Gian Marco Centinaio. che ha sottolineato come per tanti anni la gestione abbia puntato all’accoglienza di alto livello. «Roma - ha detto il ministro - deve investire in qualità per essere in grado in accogliere un turismo particolarmente esigente». Anche la Svizzera è stata protagonista della serata in omaggio alle origini della famiglia Bucher-Wirth, che acquistò
la struttura negli anni Venti da Alberto Hassler, immigrato in Italia per cercare fortuna dall’allora poverissimo Cantone dei Grigioni e che aprì l’albergo nel 1893. Ne ha parlato l’ambasciatrice della Confederazione Elvetica,
Rita Adam, ricordando come allora il nostro Paese rappresentasse per molti svizzeri una prospettiva di vita e di lavoro.
A presentare la serata e a raccontare la storia personale e professionale di Roberto Wirth è stato Corrado Ruggeri, giornalista e documentarista, autore insieme a lui del libro “Il silenzio è stato il mio compagno di giochi” (New Compton Editori). Wirth infatti è nato sordo ma con grande forza di volontà oggi riesce ad esprimersi superando il grave handicap. Visibilmente commosso, ha raccontato come, contro il parere degli stessi genitori, abbia voluto con passione affrontare la sfida della conduzione dell’albergo. «L'Hassler - ha detto - è la donna della mia vita, una donna da accudire, trattare con i guanti di velluto e amare con tutto il cuore».
Gli ospiti della festa sono stati guidati in un percorso simbolico nel tempo, attraverso ambienti d’epoca ricostruiti e animati da performance: dagli anni ruggenti agli atelier della moda degli anni Cinquanta, dagli eccessi della dolce vita fino agli scatti con la Polaroid e tante fotografie d'epoca. Champagne e finger food firmati dallo stellato chef Francesco Apreda, all’Hassler da 15 anni, e dalla pastry chef Simona Piga hanno deliziato gli ospiti. Ma la Svizzera, al suono dei lunghi tradizionali corni di legno dei montanari, è stata anche protagonista del buffet con affollatissimi corner dove contadini in abiti tradizionali servivano corroboranti zuppe d’orzo, raclette e carni affumicate dei Grigioni.
Apreda ha presentato i suoi piatti classici come il Cocktail di gamberi in patate novelle, la Tartina di polenta, gorgonzola e noci, il Risotto cacio, pepi e sesami, le Capesante impanate con tartufo nero, la Tartare di manzo, sesamo e mango e la Parmigiana di melanzane. Non poteva mancare una torta monumentale, farcita con crema al mascarpone e fragoline di bosco, con una bagna al limoncello, che Wirth, affiancato dai figli gemelli Robertino e Veruschka, ha tagliato tra gli applausi. Corposo l’album dei ricordi di questo hotel, il più iconico della capitale non solo per l’eccezionale posizione in cima alla scalinata di piazza di Spagna, ma per l’impegno del suo proprietario nel mantenere gli standard più elevati nel segno di un’eleganza senza tempo.
Qui sono stati ospiti protagonisti della storia e delle arti, teste coronate e statisti. Durante la Seconda guerra mondiale Dwight Eisenhower, 34° Presidente degli Stati Uniti, trasformò una delle suite dell’albergo requisito in quartiere generale. Ranieri di Monaco con la moglie Grace Kelly ci venne in viaggio di nozze, ma tanti altri nomi celebri sorridono dalle foto esposte: i Kennedy, Reagan, Picasso, Gabriel Garcia Marquez, Ingrid Bergman, Audrey Hepburn, la principessa Diana, Margaret Thatcher, Francis Ford Coppola e più recentemente Steve Jobs, Bill Gates, Tom Cruise, George Clooney, Madonna e tanti altri. Con 91 stanze, di cui 21 suite, l'Hassler si propone oggi con un ambiente classico ed elegante dove spiccano anche elementi di arte contemporanea, imponendosi nel panorama mondiale dell’hôtellerie di alta gamma.
Al sesto piano c’è Imàgo, il ristorante panoramico insignito di una stella Michelin nel 2008, regno di
Francesco Apreda, chef dallo stile inconfondibile fatto di tradizione, ricerca, gusto e innovazione. Aperto nel 1940, fu il primo ristorante panoramico della città. Al terzo piano, Amorvero Spa offre ai suoi ospiti una sala fitness con macchine d’avanguardia, un'area pesi, sauna, bagno turco con una serie di massaggi e trattamenti. E’ una vita tutta dedicata all’ospitalità, quella di Wirth, classe 1950, laureato alla prestigiosa Cornell University di New York nel 1975. Ha avuto tre lauree ad honorem in Scienze Umanistiche - dalla Lynn University in Florida, dalla Gallaudet University a Washington e dalla John Cabot University come ”Indipendent Hotelier of the World 2005”.
Nel 2014 ha ricevuto il “Leading Legend Award” da The Leading Hotels of the World per il suo contributo all’industria alberghiera. Inoltre, ha ricevuto il Premio Campidoglio per l’Economia e il Premio “Marco Aurelio” per il Turismo. Non è impegnato solo nella gestione dell’hotel ma anche nella promozione della città di Roma, a cui ha dedicato un libro. Si dedica con grande generosità alle associazioni che cercano di migliorare la vita dei meno fortunati: per questo ha creato Cabbs, già "Roberto Wirth Fund", una onlus che offre programmi d’intervento precoce ai bambini sordi e sordo ciechi da 0 a 6 anni e ai loro genitori.
Per informazioni:
www.hotelhasslerroma.com