Noma, il ristorante di Copenhagen da tempo bandiera della cucina nordica, per la quinta volta è stato scelto come miglior ristorante al mondo da The World’s 50 Best Restaurants. Sono invece 4 gli italiani nelle prime 50 posizioni. Si tratta di: Lido 84 di Gardone Riviera, 15°, Piazza Duomo di Alba, 18°, Le Calandre di Rubano, 26° e Reale di Castel di Sangro, 29°. Siamo lontani da quando Massimo Bottura era il miglior cuoco al mondo, ma è sempre un grande quartetto che da valore alla nostra cucina e che, soprattutto, mette a segno un miglioramento di posizioni per tutti.
Pia Léon migliore chef donna
Oltre alla classifica 51-100, la premiazione finale è stata anticipata dalla consegna del The World’s Best Female Chef Award che è andato alla peruviana Pia Léon, chef che guida due locali che per la prima volta compaiono nella lista 50 Best. Si tratta del Kjolle (numero 95) e Mil (che debutto al 90° posto).
Doppietta danese sul podio
A completare la vittoria del Noma di René Redzepi c'è il "vicino" Geranium, altro locale di Copenhagen lontano appena cinque chilometri dal vincitore. Sul podio, in terza posizione, sale Asador Etxebarri, ristorante di Atxondo, Spagna guidato da Victor Arguinzoniz che si è assicurato anche lo Chefs' choice award (il premio assegnato dai colleghi cuochi e che rappresenta una sorta di idnicazioni per futuiri miglioramenti in classifica). Per il Noma si tratta di un miglioramento rispetto alla seconda posizione del 201, ma sopprattutto una conferma ulteriore che la frontiera della cucina parla danese visdto che nelle passate edizioni della 50 Best, il ristorante di Redzepi, classe '77, si era già assicurato per quattro volte la cima della classifica (nel 2010, 2011, 2012 e 2014). Non a caso, proprio Redzepi è l'araldo di quella che viene definita la "nuova cucina nordica" che presta particolare attenzione ai territori del nordeuropa e spinge su eleganza, pulizia e gusto. Da osservare che solo nelle scorse settimane il Noma aveva ricevuto 3 stelle.
René Redzepi
Frutti di mare in inverno, verdure in estate e selvaggina e sapori della foresta in autunno, con materie prime procurate localmente ed esaltate nel piatto in modi creativi e complessi sono le cifre stilistiche della cucina di Redzepi.
Di seguito la classifica completa dei migliori ristoranti al mondo.
Riccardo Camanini, Enrico Crippa, Massimiliano Alajmo e Niko Romito
Gli italiani in classifica: Camanini, Crippa, Alajmo e Romito
Per gli italiani, come detto, sono quattro le menzioni in classifica.
Lido 84
Spicca in particolare la performance di Lido 84 dei fratelli chef Riccardo e Giancarlo Camanini che al 15° posto si assicurano anche il premio per il più alto ingresso in classifica (nel 2019 era al numero 78 in classifica ma aveva già attirato l'attenzione con il premio One to watch). Un ottimo risultato, soprattutto se si pensa che, rispetto agli altri italiani citati, Lido 84 non vanta lo stesso blasone stellato avendo una sola stella Michelin. Il ristorante è a Gardone Rivuiera (Bs).
Un tavolo all'interno di Lido 84
Piazza Duomo
A seguire, Piazza Duomo ad Alba dello chef Enrico Crippa (18° posto contro la precedente posizione 29 in classifica). Il tre stelle Michelin che appartiene alla famiglia Ceretto (produttori di vino) sorge nel territorio del tartufo è riconosciuto in tutto il mondo per le atmosfere in cui balza all'occhio la sala rosa. Fra i must della cucina di Crippa ci sono le incredibili insalate che non hanno eguali al mondo e l'attenzione verso le materie prime che in gran parte sono coltivate in uno splendido orto di proprietà.
La sala rosa del ristorante Piazza Duomo
Le Calandre
Al 26° posto rispetto al precedente 31° troviamo Le Calandre di Rubiano (Pd) dove in cucina c'è Massimiliano Alajmo. Nel 2002 il ristorante ottenne le tre stelle Michelin, rendendo Max il più giovane chef al mondo ad aver ricevuto tale riconoscimento a 28 anni ed essendo alla guida della cucina solo dal 1994. Nella sala disegnata dagli stessi padroni di casa, con tavoli ricavati da un unico albero secolare proveniente dalla Normandia, anche l’ambiente concorre ad interpretare la filosofia di cucina in cui l’ingrediente è il protagonista.
Le Calandre
Reale
Quarto italiano, anch'esso in grandissima crescita è infine il Reale di Niko Romito a Castel di Sangro (Aq), che balza dal 51° al al 29° posto. Nel tre stelle abruzzese si ricerca l'essenza degli ingredienti, in piatti apparentemente semplici, ma che nascondono notevoli complessità nelle preparazioni, spesso passaggi attraverso molteplici cotture, come l'affumicatura, nutriti da essenze ed estrazioni, per giungere infine alla purezza dei prodotti, presentati con incantevole ed esemplare unicità.
L'edificio che ospita il ristorante Reale di Niko Romito
Nel 2019 l'ultima edizione (con cambio regola) poi lo stop causa pandemia
L’edizione del 2021 ha colmato il vuoto lasciato nel 2020 causa pandemia e riprende le fila dei precedenti appuntamenti che da oltre 20 anni segnano le coordinate dell’empireo dell’alta cucina. A valutare i ristoranti, un team di mille esperti indipendenti del mondo della gastronomia, dai rinomati che internazionali ai giornalisti gastronomici e gastronauti qualificati. Di fatto questa è anche la seconda edizione dal cambio di regolamento per cui chi vince non può concorrere di nuovo. Ma questo non significa damnatio eterna, anzi: proprio nel 2019 è stata creata la Hall of Fame che raccoglie tutti i numeri 1. A cominciare da Osteria Francescana di Massimo Bottura, unico italiano presente in questa lista e che per due anni (2016 e 2018) è stato il migliore al mondo.
Il team del Noma celebra il primo posto della classifica 50 Best Restaurants
Dalla 50° alla 100° posizione, due italiani
L’annuncio dei migliori 50 locali al mondo è giunto dopo che, il 23 settembre, sono stati svelati i ristoranti dalla 51° alla 100° posizione. Due gli italiani protagonisti. Il primo, in ordine di classifica, è il ristorante Uliassi di Senigallia, guidato dall’omonimo chef Mauro Uliassi che si aggiudica il 52° posto. Il secondo è il St. Hubertus di San Cassiano guidato dallo chef Norbert Niederklofer che, con un balzo di ben 62 posizioni (rispetto alla classifica del 2019 allargata a 120 ristoranti), raggiunge il 54° posto.
Gli altri premi
L'edizione 2021 ha portato in dote anche altri premi che meritano la menzione. Si parte con il premio One to watch che viene assegnato all'Ikoi di Londra che si è posizionato all'87° posto nella classifica generale e che ha tutte le carte in regola per scalare la classifica. Per il proprio approccio alla sostenibilità è stato premiato Boragò, ristorante di Santiago in Cile. Il premio all'ospitalità, per la classe e il servizio offerti, è stato conferito allo Steirereck di Vienna, Austria. Infine, il pasticcere Will Goldfarb del Room4Dessert a Bali (Indonesia) si porta a casa il The World’s Best Pastry Chef Award.