Voucher aboliti dal 2018 Sì al decreto, niente referendum
16 marzo 2017 | 14:33
Non saranno i cittadini a decidere le sorti dei voucher, ma il Governo in prima persona attraverso un decreto che sostituirà il referendum del 28 maggio. L’ipotesi era spuntata a poche ore dall’annuncio della data decisa (quella del 28 maggio appunto) per andare alle urne a votare per l’eliminazione o il mantenimento dei buoni lavoro come era stato chiesto ed ottenuto dalla Cgil.
La relatrice dem della proposta di legge, Patrizia Maestri, ha annunciato in anteprima il voto in commissione per l'abrogazione totale del tagliando lavoro. «Oggi voteremo per l'abrogazione totale dei voucher» aveva detto. «Ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati. Va bene, è un risultato inatteso ma positivo, speriamo però che il governo non li faccia poi rientrare sotto altre forme», ha concluso.
Susanna Camusso, leader nazionale della Cgil, si era già espressa in mattinata: «Sui voucher - ha spiegato - noi abbiamo detto una cosa precisa: siamo disponibili a ragionare della loro permanenza se questa riguarda solo le famiglie, se non sostituisce lavoro e non riguarda le imprese e la Pubblica amministrazione. Quando ci sarà un’ipotesi vedremo se questa corrisponde al quesito referendario. In ogni caso, il referendum è superabile a fronte di una legge già approvata. Il giudizio si dà alla fine».
La relatrice dem della proposta di legge, Patrizia Maestri, ha annunciato in anteprima il voto in commissione per l'abrogazione totale del tagliando lavoro. «Oggi voteremo per l'abrogazione totale dei voucher» aveva detto. «Ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati. Va bene, è un risultato inatteso ma positivo, speriamo però che il governo non li faccia poi rientrare sotto altre forme», ha concluso.
Susanna Camusso, leader nazionale della Cgil, si era già espressa in mattinata: «Sui voucher - ha spiegato - noi abbiamo detto una cosa precisa: siamo disponibili a ragionare della loro permanenza se questa riguarda solo le famiglie, se non sostituisce lavoro e non riguarda le imprese e la Pubblica amministrazione. Quando ci sarà un’ipotesi vedremo se questa corrisponde al quesito referendario. In ogni caso, il referendum è superabile a fronte di una legge già approvata. Il giudizio si dà alla fine».
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Alberto Lupini
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