Veyrat “restituisce” le stelle La Michelin: Non gli appartengono

La replica della guida rossa non si è fatta attendere, dopo che nei giorni scorsi il cuoco de La Maison des Bois aveva simbolicamente rinunciato al riconoscimento, come in passato avevano fatto Marchesi e Bras

19 luglio 2019 | 09:08
Prima la “storica” rinuncia, quella di Marc Veyrat, il “cuoco col cappello” savoiardo, che in aperta polemica con la guida Michelin, aveva restituito le due stelle attribuite al suo La Maison des Bois di Manigod, in Francia, dopo averne persa una. A stretto giro di posta, è arrivata la replica del direttore internazionale della guida, Gwendal Poullennec, che è intervenuto nella querelle, precisando: «Le stelle della guida non appartengono agli chef». Tecnicamente il riconoscimento è dato infatti al ristorante e non a chi sta in cucina. Per questo, la richiesta di Veyrat di non apparire sulla prossima edizione della guida, probabilmente non sarà accolta.

Marc Veyrat

Non è la prima volta che un cuoco decide di restituire le stelle, criticando i metodi della guida di ristoranti più famosa al mondo: in passato analoghe iniziative erano state prese da Gualtiero Marchesi, Sébastien Bras e altri cuochi a Singapore e in Germania. Questa volta è toccato dunque a un altro cuoco transalpino: Veyrat ha preso questa decisione dopo che al suo ristorante era stata tolta una stella, appena un anno dopo la conquista del terzo sigillo.

Gwendal Poullennec

Lo ha fatto criticando gli emissari della guida e apostrofandoli come “manipolatori della gastronomia” e “impostori che fanno puro sensazionalismo per ragioni commerciali”. Accuse pesanti che non fanno pensare a una ricucitura tra lo stravagante cuoco francese e i vertici della guida. Piccata la replica del suo direttore: “Constato che quando è stato promosso - ha detto ancora Gwendal Poullennec - è salito sul palco per ritirare la sua ricompensa, ha messo le tre stelle sul sito internet e sulla segnaletica che conduce al ristorante. Quando ne ha persa una, ha criticato i nostri metodi. Accettare la promozione e rifiutare il declassamento, sono desolato, è cattiva fede».

Nel frattempo, pare che non saltino fuori le fatture dei critici della Michelin che dovrebbero essere andati a provare il ristorante, prima di declassarlo. Veyrat sostiene che nessuno c’è stato, ma alla Michelin lo scontrino pare che non l’abbiano ancora trovato…

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Alberto Lupini


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