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Il turismo è cambiato, la politica deve capirlo!

Il modo di gestire gli alberghi è radicalmente cambiato. Viaggiare crea un business enorme e vasto. Le nuove politiche devono comprenderlo per aiutare i professionisti del settore

di Francesco Guidugli
Presidente Nazionale Solidus
 
24 ottobre 2022 | 08:30

Il turismo è cambiato, la politica deve capirlo!

Il modo di gestire gli alberghi è radicalmente cambiato. Viaggiare crea un business enorme e vasto. Le nuove politiche devono comprenderlo per aiutare i professionisti del settore

di Francesco Guidugli
Presidente Nazionale Solidus
24 ottobre 2022 | 08:30
 

“Solidus, I professionisti dell’Ospitalità” parteciperà alla prima Conferenza programmatica nazionale degli Stati generali del Turismo che si terrà a Chianciano Terme (Si) dal 28 al 29 ottobre 2022. Invitati dal ministero del Turismo, è per l’associazione delle associazioni professionali del mondo alberghiero italiano motivo di grande orgoglio soprattutto per i tanti professionisti dell’ospitalità che si sentono anche loro responsabili delle sorti del settore turismo del nostro Paese. Da tempo cercavamo di far sapere che eravamo disponibili a portare le nostre esperienze ai tavoli di crisi ed ai tavoli di lavoro, ora finalmente saremo pronti a portare il nostro contributo in maniera collaborativa, guardando al futuro.

Il costo del lavoro e il ruolo strategico del turismo nell'economia italiana pensiamo siano i due punti nodali che se non verranno affrontati in maniera concreta manterranno fragile la ripresa del turismo e soprattutto il suo sviluppo.

Il turismo è stato in passato un settore secondario, trainato dallo sviluppo dell'industria manifatturiera italiana. Era la Fiat che riempiva gli alberghi a Torino, non la vocazione turistica della città, che di fatto non esisteva. Idem a Milano dove era il flusso del turismo business che riempiva gli alberghi, non la vocazione turistica della città, che era del tutto inesistente o quasi. 

Il turismo è cambiato, la politica deve capirlo!

Il turismo è cambiato, la politica deve capirlo!

Il turismo ha voltato faccia

Il turismo era un settore marginale dal punto di vista politico, anche se fondamentale dal punto di vista sociale. Il turismo per l’Italia, o meglio l’industria del turismo di ultima generazione, è diventata un motore strategico di sviluppo perché traina agricoltura (il fenomeno del chilometro zero), merchandising (che è sia artigianato che moda), istruzione (le università, le scuole alberghiere, i master post diploma), intrattenimento (film e serie televisive ambientati nelle destinazioni turistiche), manifatturiero (moda, design), informatica (il fenomeno degli influencer per esempio). 

Il turismo è un settore ad alta intensità di lavoro (e di occupazione di conseguenza) che nel passato è stato compresso dai contratti sindacali perché buona parte degli stipendi erano erogati in nero (anche con le mance). Il turismo di ultima generazione pretende contratti di lavoro sempre più chiari e consistenti. Chi non è soddisfatto degli stipendi erogati in Italia, trova facilmente lavoro all’estero perché la nostra forza lavoro è considerata tra le migliori sia per preparazione che per mentalità. Abbattere il costo del lavoro (defiscalizzandolo in parte) è diventato prioritario per mantenere in Italia la forza lavoro più qualificata e per attrarre nel settore le nuove generazioni che siano italiane o dei nuovi italiani che sono arrivati e stanno arrivando in misura sempre maggiore.

 

Il ruolo della politica

Il ruolo strategico del turismo è l’altro aspetto per ridefinire l’identità e il futuro urbanistico dell’Italia. Italia e Francia a partire dagli anni Settanta hanno inventato il concetto di centro storico da conservare e difendere dalla speculazione immobiliare.

Sito patrimonio mondiale è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del patrimonio mondiale, il Comitato della convenzione, chiamato Comitato per il patrimonio dell'umanità, ha sviluppato dei criteri precisi per l'inclusione dei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. L’Italia è il Paese che ne ha tratto il maggior beneficio risultando prima e mantenendo quella posizione nonostante l’arrivo di un competitor formidabile come la Cina (che è 31 volte più grande di noi e a una storia di almeno 4mila anni di evoluzione civile e culturale). Allo stato attuale, sono 58 i siti italiani che fanno parte del Patrimonio dell’umanità Unesco contro i 56 della Cina e i 51 della Germania. Il paesaggio, e la sua conservazione sia naturale che urbana, la storia, la cultura, le persone, vanno poste al centro di qualsiasi programma di governo del nostro Paese. Oggi non è così. Lo deve diventare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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