Sugar Tax sì, Sugar Tax no? È solo una questione di soldi!
La "Sugar Tax", un'imposta sulle bevande analcoliche zuccherate introdotta con la Legge di Bilancio del 2020, prevede un pagamento di 0,10 euro al litro per bibite con un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2%
Si è tanto parlato recentemente della “Sugar Tax”, l’imposta sulle bevande analcoliche edulcorate che doveva essere esecutiva a partire dall’1 luglio 2024. L’ Imposta introdotta con la Legge di Bilancio del 2020 dal precedente Governo, consiste in un pagamento all’erario dello Stato di 0,10 centesimi di Euro al litro sul consumo delle bibite “dolcificate” , e con titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2% in volume.
Questo tassa è nata quale imposta correttiva, che serve a disincentivare il consumo di una certa categoria di prodotti per appurati rischi sulla salute della persona, e in questo caso degli zuccheri. Sembrerebbe un provvedimento dai nobili intenti, se non fosse stato considerato, per coprire buchi dei famosi Superbonus edilizi, causa di innumerevole truffe all’erario dello Stato. In definitiva i soliti “furbetti” ci hanno guadagnato, mentre gli italiani onesti, come sempre, pagano e vengono penalizzati per le malefatte altrui.
Sull'opportunità di questa tassa e la sua definitiva introduzione in questo momento della nuova legislatura (poco più di 15 mesi), si è discusso molto sulla sua impopolarità, creando pure delle divergenze di opinioni nell’attuale esecutivo, tanto da indurre la Premier Meloni ad un rinvio al 2025.
La Federazione Italiana Cuochi che rappresento da sempre, è apolitica, dimostrando grande rispetto verso le Istituzioni Governative, senza distinzioni di partito, ma ritiene opportuno esprimere un suo parere in quanto, anche se di bevande o bibite analcoliche, la questione è legata all'alimentazione.
Qualche politico in passato ha detto che pagare le tasse è una cosa “bellissima”, (realtà certamente da nessuno condivisa), la Fic comunque quale ente di categoria costituito da persone coerenti e responsabili, afferma che è un dovere di tutti i cittadini pagare i tributi, cosa indispensabile per rendere effettivi servizi e protezioni sociali a beneficio dell’intera collettività.
Al contrario invece l’orientarsi a prodotti di primo consumo, anche se bibite, personalmente la ritengo cosa inappropriata se lo scopo è fare cassa, e peggio ancora, sotto mentite spoglie di provvedimento a beneficio della nostra salute. Chi ricorda il disegno di legge della Comunità Europea dei bollini colorati sugli alimenti, catalogando con marcatura rossa il prodotto dannoso, (Olio Evo italiano, Prosciutto di Parma Dop, Parmigiano Reggiano Dop, solo per citarne alcuni), mentre nessuna negatività con il bollino verde (guarda caso) proprio bibite gasate edulcorate.
Anche il meno esperto in ambiti di alimentazione ha fatto suo il “richiamo” di Paracelso che cita: "È la dose a fare il veleno!" Mentre io nelle vesti di semplice cittadino, (me ne assumo ogni responsabilità) posso affermare che in definitiva è sempre una questione di soldi.
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini