Sapori di mare e di monti al centro degli show cooking alla “Festa del Cuoco”
14 ottobre 2016 | 18:49
di Monica Di Pillo
Michele D'Agostino e Roberto Mastroliero, in rappresentanza della Puglia e per rendere omaggio alla burrata di Andria, al pane di Altamura e ad altre tipicità del Tavoliere, hanno preparato una serie di piatti: a partire dalla Zuppetta di pane di Altamura, con pomodori, cipolle di Acquaviva e cetrioli. Un piatto in cui ha trovato spazio la componete acida, data dal pomodoro, quella più dolce, grazie alla burrata e croccante, per la presenza del pane. Ad esaltarne le caratteristiche l'olio di Coratina, amaro e piccante, ricco di polifenoli, per esprimere al meglio la tradizione pugliese e mediterranea. Il Pane di Altamura tostato, il polipo brasato e i carciofi marinati con menta e limone hanno dato vita, sempre per mano dei due chef pugliesi, al piatto Terra e mare.
Dopo un assaggio di Puglia, si sono su e dati sul palcoscenico dell'alberghiero di Villa Santa Maria gli chef “padroni di casa”: gli stellati ed emergenti abruzzesi. Arcangelo Tinari, erede di Peppino Tinari, al timone di Villa Maiella, ristorante una stella Michelin di Guardiagrele (Ch), ha preparato una rivisitazione della pecora, pietanza simbolo dell'Abruzzo della Transumanza: un Controfiletto di pecora, con latte fermentato, mela rossa e polvere di liquirizia. Una Bolla di melanzana, creata anche con lo zucchero temperato, su un letto di stracciata, con erba di campo e caciocavallo croccante è stato invece il piatti presentato da Mattia Spadone, terza generazione di una famiglia da sempre legata alla ristorazione di qualità, che con papà Marcello dirige la brigata di cucina del ristorante La bandiera, una stella Michelin di Civitella Casanova (Pe).
Dai monti si è passati alla cucina marinara, grazie allo Chef emergente Abruzzo, Daniele D'Alberto, rappresentante dei Giovani della delegazione Cuochi abruzzesi ed executive di Br1 di Montesilvano Colli (Pe), che ha presentato la Triglia e la mandorla, un piatto che difficilmente si riesce a dimenticare, che lascia il segno sul palato, tanto da fare tendenza e spopolare lungo la modaiola costiera adriatica, perché rende un pesce apparentemente povero accattivante grazie all'uso della mandorla e di una riduzione del suo brodetto.
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Alberto Lupini