Sanificare riduce le contaminazioni: ecco i consigli per farlo al meglio

Sanificare e pulire sono due cose molto diverse. In questo periodo di emergenza sanitaria la prima diventa molto importante, specialmente nei luoghi in cui vengono manipolati dei cibi

22 febbraio 2021 | 09:28
di Tiziana Colombo
La pulizia degli ambienti è un tema cruciale, correlato con quello (enormemente più complesso) della sanificazione. Sanificare o pulire gli ambienti - e farlo bene - è un’esigenza naturale, che coinvolge tutti gli ambiti. Molto spesso, però, questo processo è compromesso da cattive abitudini e da nozioni che provengono da una saggezza popolare che in alcuni casi tanto saggia non è. È innegabile che il tema abbia un aspetto tecnico, che rischia di rimanere sconosciuto ai più. Il carattere tecnico, e quindi la necessità di eseguire interventi di pulizia scientificamente efficaci, è preponderante oggi più di ieri, con l’emergenza sanitaria che ha puntato i riflettori su virus e batteri.


L'importanza di pulire a fondo per eliminare agenti patogeni dagli ambienti

Pulizia degli ambienti in questo periodo di emergenza
Il tema della pulizia degli ambienti, anzi della loro sanificazione, mi ha sempre appassionato, un po’ per deformazione professionale, un po’ perché avverto una certa responsabilità, quando c’è da cucinare per gli altri o, come spesso mi accade, ospitare persone per insegnare loro a cucinare. Anche perché, se è vero che oggi il pensiero corre a un virus in particolare, la verità è che l’ambiente intorno a noi è da sempre popolato di batteri e virus. Non è il caso di entrare nel panico, nella maggior parte dei casi questi nemici invisibili non sono poi così dannosi, non sono patogeni e non sono in grado di fare male all’uomo. Una piccola parte, però, crea danni e può dare origini a malattie. Questo è vero soprattutto quando non si parla di ambienti dove semplicemente si soggiorna (per un periodo più o meno lungo) ma di ambienti dove si manipolano i cibi. Il rischio è che a una contaminazione degli ambienti segua una contaminazione dei cibi. Questo articolo nasce proprio per ridurre al minimo questo rischio.

Alcuni consigli utili per sanificare la cucina
Ma che vuol dire nello specifico sanificare o effettuare una disinfezione? Nell’immaginario collettivo è sinonimo di pulire. In realtà sono due attività diverse, anzi, il termine pulizia è piuttosto generico o potrebbe stare a indicare solo una superficiale rimozione dello sporco, o dello sporco visibile. Sanificare vuol dire concentrarsi non solo su quello che è visibile ma anche sull’invisibile: germi, batteri e virus. La sanificazione di un ambiente è quell’attività che consente l’eliminazione della stragrande maggioranza di questi agenti patogeni. La differenza tra pulizia e sanificazione è simile alla differenza tra lavarsi le mani e igienizzarle. Differenza che, tra l’altro, tutti abbiamo imparato a conoscere bene in questo 2020. Una cosa è lavare le mani come si è sempre fatto, ben altra cosa è perdere svariati minuti per eliminare batteri e virus.

Tuttavia, quando si parla di ambienti la situazione è più complessa, e lo è per un motivo particolare: le superfici sono spesso irregolari, eterogenee nella composizione e nei materiali. Ecco che i movimenti, le azioni e i prodotti a cui siamo abituati si rivelano inefficaci. Possiamo affermare che il processo di sanificazione, quindi, consti di due fasi. La prima fase è quella di detersione, che potrebbe corrispondere al classico lavaggio, al normale uso i detergenti, magari con strofinacci (puliti anch’essi), panni etc. La seconda fase è quella della disinfezione, che consiste appunto nella distruzione totale o quasi totale di batteri, virus e germi in generale. La disinfezione è un argomento complicato, ma a portata di tutti, o almeno di chi ha la pazienza di apprendere nuove nozioni.


La sanificazione utilizzando l'ozono

Un metodo risolutivo per la sanificazione
Rimuovere germi, virus e batteri con la classica spugna o con il proverbiale strofinaccio è una soluzione raccogliticcia, che non porta a molti risultati e che non è sinonimo di sanificazione di un ambiente. C’è però una risorsa a portata di mano che risulta davvero efficace: l’ozono. Con questo termine si indica un gas naturale e incolore, composto da tre molecole di ossigeno. Il suo ruolo è semplice da comprendere: grazie al suo potere antiossidante, e al fatto che a temperatura ambiente mantiene una condizione di instabilità, erode la membrana e le pareti cellulari di germi, batteri e virus, di fatto “uccidendoli”.

Come si usa l’ozono? Ebbene, esistono strumentazioni specifiche, le quali trasformano l’ossigeno normale in ozono attraverso l’impiego dell’elettricità. A questa produzione segue una distribuzione dell’ozono nell’ambiente. Nei miei ambienti, sia quelli deputati alla cucina che quelli riservati alla formazione (dove sono presenti molte persone contemporaneamente) le utilizzo. Mi sono trovata molto bene, anche perché queste strumentazioni sono pratiche da utilizzare, erogano prestazioni professionali e non si limitano a sanificare l’ambiente ma anche a profumarlo.

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Alberto Lupini


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