Dopo il terremoto delle dimissioni del presidente Gino Fabbri, del presidente onorario Iginio Massari e di un’altra trentina di componenti dell’associazione,
continuano le scosse di assestamento all’interno di Ampi, l’Accademia maestri pasticceri italiani. Il 30 aprile, infatti, il consiglio direttivo ha
eletto un nuovo presidente, il pasticcere campano Sal De Riso. Mossa che non ha ricomposto però la frattura all’interno del Gotha della pasticceria tricolore e, anzi, ha rilanciato le
richieste di chiarimenti degli associati e degli ex (?) che, statuto alla mano, chiedono spiegazioni. Il punto è che il presidente dovrebbe essere eletto dall'assemblea, ma in presenza delle dimissioni del presdiente uscente Fabbri, il direttivo ha giocoforza ricomposto il vertice in attesa di un'assemblea che riporti serenità fra i 76 maestri pasticceri iscritti.
Il nuovo consiglio direttivo motivo dello strappo
Le prime crepe all’interno di Ampi si erano intraviste il 15 aprile, quando a Brescia era stato eletto il nuovo consiglio direttivo di 11 componenti, di cui solo 2 confermati. Il risultato aveva
portato alle dimissioni del presidente Gino Fabbri a cui sono seguite, secondo un effetto domino, quelle del fondatore e presidente onorario
Iginio Massari e di altri 30 colleghi. Valutazioni diverse sul futuro dell'Accademia e forse anche giudizi su alcuni componenti sarebbero alla base di un ribaltone che, nei fatti, avrebbe messo Fabbri di fronte ad una maggioranza in direttivo con idee diverse dalle sue. Da qui la scelta di lasciare.
«Siamo giunti a un momento in Accademia nei cui confronti si è preferito fare una scelta di direttivo - aveva spiegato Fabbri - dove non riuscivamo più a rispecchiarci, parlo di me, di Massari e degli altri membri del consiglio. E questo perché, a nostro parere, non vi erano più i presupposti per portare avanti l’Accademia nella sua essenza originaria.
Un’Accademia fatta di professionisti della pasticceria italiana, dove potersi confrontare e dialogare di pasticceria ma senza politica di alcun genere. Tutti gli Accademici hanno sottoscritto un regolamento all’atto dell’iscrizione, uno statuto che ben chiarisce i fondamenti di questa realtà, da tutelare e promuovere».
L'elezione del 30 aprile senza i "quasi ex"
Al posto di Fabbri, il 30 aprile, è stato quindi eletto Sal De Riso.
Una decisione che è stata verbalizzata durante un incontro a cui, però, i dimissionari non hanno partecipato. Tanto che, statuto alla mano, i “quasi ex” vogliono vederci chiaro e, nel caso in cui l’elezione di De Riso fosse corretta sotto il profilo associativo, allora i dimissionari confermerebbero la volontà di lasciare l’associazione. Nel frattempo, l’Ampi sembrerebbe avere due Papi: Fabbri e De Riso.
Sal De Riso: «Elezione in regola, l'Accademia aveva bisogno di una guida»
Il nuovo presidente Sal De Riso, raggiunto al telefono, ci ha peraltro spiegato che
l'elezione è avvenuta secondo le modalità previste dallo statuto (non per alzata di mano ma attraverso schede anonime): «Il regolamento dice che, nel momento in cui il presidente si dimette, il consiglio direttivo può votare un nuovo presidente, anche pro tempore e in vista di nuove elezioni all'interno dell'Assemblea. D'altronde, nel momento in cui Fabbri e Massari hanno abbandonato la barca,
l’Accademia aveva bisogno di una nuova guida. Questa cosa è stata fatta; poi il resto sono voci».
Insomma,
tutto liscio per il neo presidente che, nel frattempo ha nominato anche i vice: Santi Palazzolo e Paolo Sacchetti. E ora punta a ricomporre la frattura: «Speriamo davvero che chi ha dato le dimissioni possa ritornare all'interno dell'Accademia, e mi riferisco soprattutto al fondatore Massari. Anzi, dirò di più:
ben venga se i dimissionari volessero riprendere in mano l'Accademia, noi vogliamo un gruppo compatto e coeso, l'importante è che si rispetti il volere democratico dell'assemblea», ha concluso De Riso.
Detto diversamente: «Ampi è, e rimarrà, la casa della grande Pasticceria Italiana, il punto di riferimento del comparto. Fedeli allo statuto di fondazione
il nostro obiettivo è promuovere e comunicare in modo efficace e strutturato le eccellenze della pasticceria italiana, rinnovare e rinnovarsi con nuova linfa, incentivare e supportare i giovani. Questo si può fare solo con mente aperta e spirito di collaborazione. Siamo pronti, insieme, a farlo».
Gli fa eco il vicepresidente
Santi Palazzolo: «Ci sono molte eccellenze in Ampi. Anche da un punto di vista imprenditoriale. La pasticceria italiana, in questo momento difficile, deve sempre di più concentrarsi anche su questi aspetti.
L’Associazione sarà protagonista di questo percorso di sviluppo. Per questo è nostra ferma intenzione aprire le porte di Accademia ai professionisti che vogliono dare il loro contributo e colloquiare con chiunque, comprese Associazioni e aziende, e contribuire alla crescita del settore».
Il peso di Massari sull’associazione
Resta che alla base di questa frattura ci sono
questioni personali che fanno parte di un po’ tutte le associazioni in cui ci sono leader carismatici, come è sempre stato Iginio Massari, il maestro dei maestri pasticceri. Finchè l’Accademia era una piccola realtà, molte cose venivano gestite fra amici, quasi in famiglia, ma col crescere dell’importanza sono emerse idee diverse e
non sempre il pensiero di Massari (fondatore di Ampi) era magari condiviso. Un po’ come era successo al maestro dei cuochi Gualtiero Marchesi. Secondo l’attuale maggioranza del direttivo ci sarebbero state in particolare alcune divergenze culminate in due momenti. Da un lato un seminario dell’ottobre scorso a cui avrebbero partecipato solo in 28 associati su 76, facendo poi scattare giudizi negativi sugli assenti. Ed un altro che riguarda la promozione, sia pure indiretta, di alcune tecniche che sono vietate dallo statuto,
tipo l’uso di semilavorati, da parte di Massari in alcune manifestazioni pubbliche. E proprio sul ruolo di personaggio pubblico di Massari si sarebbero mossi alcuni dei contestatori.
Il progetto parallelo
Resta però
un interrogativo su quale potrà essere il futuro della pasticceria del nostro Paese, ossia la possibile creazione di una nuova realtà associativa dedicata alle eccellenze della pasticceria. Alcuni dettagli del tema li aveva espressi Debora Massari: «C’è un progetto già in fase avanzata, nato, però, indipendentemente dalla nostra uscita dall’associazione. A breve verrà formalizzato». Ed é anche questo un punto forse di contrasto, nel senso che Iginio Massari vorrebbe forse chiamare a raccolta quelli che lui ritiene i "veri" accademici e rappresentare la parte più alta della categoria. Come se fossero i 3 stelle della cucina in versione pasticceria. Ora Debora Massari si limita a dire che per l'Accademia «non è finita qui» precisando che i dimissionari, che continuerebbero a crescere, restano a tutti gli effetti soci fino al 31 dicembre e ... quindi tutto è rinviato all'assemblea che a bocce ferme dovrà portare a un chiarimento definitivo.
Che cos’è Accademia Maestri Pasticceri Italiani
Accademia Maestri Pasticceri Italiani (conosciuta semplicemente come Ampi)
è nata nel giugno del 1993 per rappresentare la sintesi massima della professionalità nell'ambito della pasticceria nazionale di livello superiore. Accomuna l’esperienza di pasticceri che si distinguono nel comparto nazionale per l’elevato apporto qualitativo e professionale e per le spiccate capacità artistiche applicate alla tradizione italiana con lo scopo di rilanciare la “pasticceria di qualità”. Le finalità sono sintetizzate in un dettagliato e severo regolamento redatto all’atto della costituzione e sono rivolte alla crescita professionale dei pasticceri e allo sviluppo del dolce di qualità con specifico riferimento a quello tradizionale.
Ampi intende riunire e valorizzare i maggiori esponenti del settore a livello nazionale, studiare e adottare i mezzi più idonei per perfezionare i processi di lavorazione, diffondere e potenziare l’immagine dell’alta qualità nella pasticceria italiana, produrre nei negozi degli Accademici pasticceria di qualità superiore, facendo uso di materie prime d’elevato valore qualitativo e nutrizionale.
Accademia Maestri Pasticceri Italiani
si è potuta affermare grazie al confronto aperto ed approfondito che ha consolidato la crescita del gruppo. Durante l’anno vengono organizzati per gli Accademici corsi di aggiornamento sia per l’evoluzione tecnica pura (corsi monotematici specifici) sia per quella manageriale (gestione del personale, dell’immagine, del marketing, ecc.) nell’intento di portare gli associati ad essere non solo validi pasticceri, ma anche imprenditori di successo. Grazie a queste iniziative si è assistito alla grande crescita professionale di tutti gli associati, che hanno visto Ampi ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante nel panorama della pasticceria europea.
Questo il direttivio in carica ora:Salvatore De Riso - Presidente
Paolo Sacchetti – Vice Presidente
Santi Palazzolo – Vice Presidente
Stefano Zizzola – Tesoriere
Alessandro Dalmasso – Consigliere
Giuseppe Amato – Consigliere
Massimo Alverà – Consigliere
Denis Dianin – Consigliere
Salvatore Gabbiano – Consigliere
Andrea Urbani – Consigliere
Carlo Pozza – Consigliere
Sandro Ferretti – Consigliere
Queste le dimissioni ufficiali finora:
- Iginio Massari
- Gino Fabbri
- Debora Massari
- Fabrizio Galla
- Maurizio Colenghi
- Davide Comaschi
- Giovanni Cavalleri
- Marco Antoniazzi
- Fabrizio Donatore
- Francesco Elmi
- Raffaele Ferraro
- Pier Paolo Magni
- Davide Malizia
- Paquale Marigliano
- Roberto Rinaldini
- Rocco Scutellà
- Emanuele Valsecchi
- Maurizio Busi
- Antonio Campeggio
- Lucca Cantarin
- Domenico Di Clemente
- Giuseppe Mannori
- Gianluca Mannori
- Giovanni Pina
- Vincenzo Santoro
- Vittorio Santoro
- Carmelo Sciampagna
- Salvatore Varriale
- Felice Vananzi