Riforma dell'Irpef: quello che c'è da sapere per cuochi, camerieri e baristi

Dall'1 gennaio 2024, le aliquote dell'imposta sui redditi delle persone fisiche passeranno da quattro a tre. In particolare, verranno accorpati il primo e secondo scaglione: ecco quanto si pagherà

29 dicembre 2023 | 10:43

Il decreto legislativo che riordina l'Irpef in attuazione della riforma del fisco, approvato dal Consiglio dei ministri, si applicherà anche a cuochi, camerieri e baristi. Ma di cosa si tratta nello specifico? Dal primo gennaio 2024, le aliquote dell'imposta sui redditi delle persone fisiche passeranno da quattro a tre, includendo queste categorie professionali. In particolare, verranno accorpati il primo e secondo scaglione, permettendo così che l'aliquota del 23% si applichi sugli imponibili fino a 28mila euro lordi anziché fino a 15 mila. Le altre due aliquote saranno del 35% per i redditi tra 28mila e 35 mila euro lordi e del 43% per quelli oltre 50mila. Ma non solo: ci saranno in media 100 euro in più in busta paga con il taglio del cuneo contributivo. La manovra sul cuneo va, infatti, letta insieme con la revisione delle aliquote Irpef, che passano da 4 a 3 con l’accorpamento del primo e secondo scaglione sotto l’aliquota del 23% che si applicherà ai redditi imponibili fino a 28mila euro lordi (anziché 15 mila). Il risparmio medio d’imposta sarà di 160 euro annui.

Cuochi, camerieri e baristi: la riforma dell'Irpef sarà finanziata solo per il 2024

La riforma dell'Irpef, poi, sarà finanziata solo per il 2024 (per un totale di 4,3 miliardi di euro) e comporterà un risparmio massimo d'imposta di 260 euro all'anno per redditi compresi tra 28mila e 50mila euro. Tuttavia, al di sopra di questa soglia, lo sconto potrebbe essere azzerato a causa del taglio lineare di 260 euro delle detrazioni, fatte salve quelle per le spese sanitarie.

Che cos'è e come funziona l'Irpef?

L'Irpef, acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche, è un'imposta progressiva applicata in Italia sul reddito delle persone fisiche. Si calcola in base alle aliquote che aumentano in proporzione al reddito: chi guadagna di più paga una percentuale maggiore. È una delle principali fonti di entrate per lo Stato e serve a finanziare servizi pubblici, infrastrutture e altre spese necessarie per il funzionamento della società.

In media 100 euro in busta paga

Come abbiamo detto, la legge di Bilancio conferma, ma per il solo 2024, il taglio del cuneo già in vigore da luglio: 7 punti in meno di contributi sulle retribuzioni fino a 25mila euro lordi che scendono a 6 punti per chi prende fra 25mila e 35mila euro. Lo sconto, che non avrà effetti sulla pensione, peserà sull’indebitamento netto per 10,8 miliardi, secondo le stime della Relazione tecnica presentata dal governo. Il beneficio sulle buste paga sarà in media di circa 100 euro al mese e riguarderà poco meno di 14 milioni di lavoratori dipendenti. Anche questa misura è finanziata solo per il 2024 (4,3 miliardi).

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Alberto Lupini


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