Q grader, per chi è consigliata questa affascinante professione?

Un q grader è un assaggiatore di caffè che riesce a percepirne sapori, aromi e difetti. Marco Bazzara, sensory project manager e academy director della Bazzara Academy, racconta in cosa consista questa professione

17 febbraio 2023 | 06:30

Come si diventa q grader e in cosa consiste esattamente questa professione? Un q grader è un assaggiatore di caffè molto esperto che riesce a percepirne sapori, aromi e difetti. E ancora il q grader valuta il caffè, utilizzando dei protocolli e delle procedure Sca ( Specialty Coffee Association ) per il cupping (l'arte di degustare il caffè). 


Marco Bazzara, sensory project manager e academy director della Bazzara Academy e co-autore del libro “CoffeExperts”, racconta cosa significa essere q-grader nel mondo del caffè, il vantaggio che può dare e i suoi piani per il futuro.

Che cosa significa essere q grader nel mondo del caffè?
Una grande gratificazione per chi è immerso in questo mondo e lo diventa, certamente. Dal punto di vista imprenditoriale, inoltre, significa assicurarsi un ruolo di rilievo che dà sicurezza alla propria azienda e autorevolezza nei confronti degli stakeholder.
Perché consiglia di diventare q grader?
Per migliorare la propria percezione qualitativa, fare rete e utilizzare un linguaggio comune con gli altri operatori.
Che vantaggi concreti dà?
Facilità nel proporsi come consulente qualificato. Nel mio caso, posso citare anche un vantaggio nello svolgere il mio lavoro quotidiano: sono in grado di valutare immediatamente la qualità delle origini che vado a selezionare per il reparto acquisti e posso farlo con alle spalle una certificazione che garantisce la mia capacità di operare queste scelte con alta professionalità.
Oltre a essere un q grader, nella Bazzara Academy, che dirige, organizza anche dei corsi per diventarlo. Come è riuscito a organizzare l’unico corso in presenza per q grader in Italia in piena pandemia?
Grazie alla caparbietà di un triestino innamorato del caffè (ride, ndr). Scherzi a parte, ci è voluta una precisa programmazione attuata con la collaborazione di un trainer molto competente. È stato fondamentale anche il continuo contatto con i corsisti da parte di tutto il nostro team, che è stato in grado di gestire e risolvere ogni tipo di problematica, e in quel periodo naturalmente ce ne sono state parecchie.
Ci sono dei q grader che reputa molto bravi e/o che segue? Chi sono i suoi maestri/modelli? Chi le persone che stima nel mondo del caffè?
Ho una buona opinione di molti di loro, alcuni li reputo molto bravi e preparati, come ad esempio Simone Pecora di Olam (ex Arc, Aziende riunite caffè), con il quale, fra l’altro, ho superato il corso.
Che caratteristiche deve avere un aspirante q grader?
Sicuramente un’altissima capacità di concentrazione e un’ottima conoscenza della lingua inglese, tanto per dirne due.
Prerequisiti per pensare di potercela fare all’esame di q grader?
Anche se a volte credo sia meglio azzerare la propria esperienza per non incorrere in errori psicologici durante le sessioni, a mio avviso, è consigliabile comunque avere una buona base tecnica per partecipare al corso e quindi superare l’esame.


Come prepararsi?
Allenando il più possibile i sensi e frequentando corsi con altri q grader o Ast (Authorized Sca Trainer).
A cosa stare attenti durante l’esame?
All’emozione e al tempo che corre, perché si perde subito la cognizione passando da una tazza all’altra.
Lei è un degustatore certificato dall’acqua al miele, dall’olio al vino, dal cioccolato ai superalcolici: come collocherebbe la difficoltà del percorso di q grader rispetto ad altri esami qualificanti nei diversi settori enogastronomici che ha affrontato?
L’unica altra esperienza che mi sento di paragonare è quella relativa all’esame di qualificazione come esperto in analisi sensoriale del miele. In questo caso si parla di un corso seguito da un esame che dura tre giorni, dove i nervi vengono messi a dura prova, soprattutto per chi, come il sottoscritto, non è del settore e pratico di apicoltura. La parte più difficile per me, e credo un po’ per tutti, è stata quella del riconoscimento di vari mieli in miscela: è davvero molto difficile identificare i singoli unifloreali.
E quando ha affrontato l’esame da q grader quale è stata la sua maggiore difficoltà?
Il riconoscimento e la comparazione dei diversi tipi di acidità del caffè.
Dalle prove professionali alle gare sportive (è stato ben 8 volte campione del mondo e 14 di volte campione italiano di kung fu), alla sua età ha già raggiunto traguardi piuttosto importanti ma continua a essere sempre sotto esame, come fa a reggere? Qual è il segreto per essere performante?
Non fermarmi mai! Scherzo, anche se mantenere il ritmo aiuta a non perdere slancio, a tenere viva la passione e, soprattutto, a ricevere e rimanere sempre aperti continuamente a nuovi stimoli.
Dopo aver tagliato vari traguardi così importanti, pare siano finite le qualifiche alle quali ambire! Che altro titolo conquisterà ora? Quali sono i prossimi progetti?
Certamente ampliare l’offerta della nostra Academy con corsi mirati e unici. Desidero poi dedicarmi a una mia passione in diversi campi, ovvero il blending, e iniziare a proporre miscele sempre più ricercate, che possano mantenere il loro standard qualitativo nel tempo, a rimarcare la maestria artigianale che contraddistingue noi italiani.

 

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Alberto Lupini


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